martedì 15 aprile 2008

6 - I viaggiatori e il cavaliere nero..

Erano ormai quattro giorni che gli otto Uomini viaggiavano sotto l’acqua, la cosa stava stancando tutti, ma ognuno di loro sapeva che la visita a Rohan non poteva essere rimandata ancora per molto, comprendevano anche le motivazioni che avevano spinto Aragorn a viaggiare con poca scorta e in modo anonimo. Egli era comunque felice di avere al suo fianco almeno Faramir, anche se questo comportava non poco sofferenza al suo Sovrintendente e amico, visto che tornava nel paese di Éowyn, per la prima volta dopo la sua morte. La tragedia era avvenuta da ormai più di un anno, ma sul volto di Faramir la sofferenza era ancora molto evidente. Aragorn intuiva il suo senso di colpa, perché quando era accaduto l’incedente che aveva tolto la vita alla moglie dell'amico, egli era fuori casa, nella foresta in perlustrazione, perché erano avvenute alcune scorribande nell’Ithilien, il principato che Aragorn aveva dato a Faramir, il giorno della sua incoronazione come Re di Gondor, quattro anni prima.

Nessuno era mai riuscito a capire cosa realmente fosse successo, ma il corpo di Éowyn era stato trovato in fin di vita ai piedi delle mura della loro dimora a Emyn Arnen, e Faramir da allora era cambiato molto, Aragorn poteva immaginare lo stato in cui si trovava il suo Sovrintendete, pensando alla possibilità che a lui fosse strappata Arwen, sua moglie.

Faramir in quel mentre, era perso in pensieri cupi, non si accorse che Aragorn lo stava osservando, pensava all’ultima volta che aveva fatto visita a Re Éomer, con sua moglie e una fitta al cuore lo fece trasalire, non riusciva ancora a pensare a lei senza soffrirne, per quello che era tornato a vivere a Minas Tirish, al servizio del suo Re e della sua Regina. Non poteva vivere nella dimora che gli aveva concesso il suo Re senza Éowyn. Ora nonostante gli procurava immenso dolore, era lì a fare il suo dovere, ad accompagnare il suo Sire verso la terra di sua moglie, in una visita necessaria perché il Re di Rohan, fratello di Éowyn aveva chiesto di parlare con loro.

Faramir lasciò andare un lungo sospiro cercando di scacciarsi dalla testa i ricordi tristi, raddrizzò le spalle, lo sguardo tornò limpido, sapeva di non poter perdersi nel passato, ora doveva pensare alla sicurezza di Aragorn, si volse verso di lui e incrociò il suo sguardo, si fissarono per un attimo, Faramir sapeva che Aragorn intuiva la sua sofferenza e sapeva che anch’egli soffriva per lui, quindi cercò si sorridergli, per dissipare le sue preoccupazioni.

“Ti senti bene tornato nei panni di Granpasso il Ramingo vero?” gli chiese.

“Caro Faramir… questi sono vesti,” disse toccandosi il mantello, “Ma questo” portandosi una mano al cuore; “sarà sempre il cuore di un Ramingo!”

Sorrisero entrambi e Faramir riportò quindi lo sguardo al cielo in cerca di uno spiraglio di sole, ma la sua attenzione fu attratta da un’ombra sulla collina.

Il suo cuore perse un battito, qualcuno con mantello e cavallo nero pareva osservarli da in cima alla collina, riuscì solo a posare una mano sulla spalla di Aragorn, il quale vedendolo sbiancato, non poté fare a meno di seguire il suo sguardo, e per un attimo anche lui rimase di sasso.

“FERMI’!!” gridò e gli uomini si arrestarono all’istante, anch'essi guardarono verso l’alto rimasero impietriti.

Dopo il primo attimo di sbalordimento Aragorn, la cui vista era molto acuta, anche in giornate uggiose come quelle, riuscì a capire, che quello che avevano davanti era un semplice viaggiatore con un cavallo e un mantello nero, non un Nazgùl, i Cavalieri Neri di Mordor.

“Calma!!” intimò la voce del Re, chiara e tranquilla. ”Essi non sono più!! E’ solo un cavaliere errante che ci osserva, proseguiamo per la nostra strada tranquilli.”

Proseguirono, tutti tranquillizzati dalla voce sicura del Re, il cavaliere era immobile, ignaro del reale scompiglio che aveva creato nel piccolo gruppo, rimase ad osservarli mentre al passo continuavano il loro viaggio.

Il sole stava ormai tramontando, quando Aragorn decise di fermarsi, per la notte, lanciò un’occhiata sulle colline, ma dello strano cavaliere non c’era traccia.

“Fermiamoci qui, preparate il campo.” Ordinò agli uomini mentre insieme a Faramir scendeva a cavallo e si scostava leggermente.

“Che ne pensi??” chiese quando fossero soli.

“Non so… ci ha guardati con insistenza, come se volesse studiarci, ma il fatto che lo abbia fatto ben in vista mi sorprende e rassicura al tempo stesso, credo che sia comunque il caso che vada a dare un’occhiata là sulle colline.”

“Sì forse è meglio, prendi qualcuno con te…”

“No! Meglio se vado solo Sir.. Aragorn.” si corresse ricordandosi le raccomandazioni di Aragorn di non rivolgersi a lui come se fossero a Gondor; “Non voglio toglierti nessuno della scorta, è uno solo, e poi è probabile che a quest’ora sia ormai lontano!”

Come a voler smentire proprio le sue parole, il cavaliere fece ritorno nella loro visuale, mentre le ombre della notte avanzavano, si era spostato un po’ verso nord, ma pareva continuare ad osservarli dall’alto.

“Potrebbe essere una trappola!”

“Allora meglio che prendano solo me…”

Si confrontarono per un momento.

Aragorn, tu sei il Re ora, anche se nel tuo cuore sei ancora il Ramingo di qualche anno fa e sei ancora il guerriero più forte e coraggioso che io abbia mai conosciuto e che mai conoscerò, ora hai anche dei doveri, devi pensare che la tua vita è molto importante per il tuo popolo...” gli aveva posato una mano sulla spalla, cosa che non avrebbe mai fatto se fossero stati a Minas Tirish.

Alla fine Aragorn annuì anche se non pareva veramente convinto.

“Bene, vai tu solo, ma fa attenzione amico mio!” ricambiò il gesto di Faramir stringendo con la mano la spalla del suo amico. “Ricorda prima di tutto che anche tu hai dei doveri verso il tuo Re, primo tra tutti quello di ritornare vivo e vegeto, nonostante il dolore che ti porti dentro.!”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Non cerco la morte, mio Signore, non potrei mai abbandonarti in questo viaggio!”

“Bene!! La considero una promessa; ora va a trovare il nostro amico e se ci riesci convincilo a venire qui.” Guardando sulla collina poterono vedere che era nuovamente sparito.

“Farò del mio meglio!” disse con tono deciso, lasciò, quindi, il cavallo nelle mani di Aragorn e si allontanò nella foresta nella direzione opposta a quella in cui era stato visto l’ultima volta il misterioso cavaliere; ora non era in vista, ma Faramir aveva la netta sensazione che li stesse osservando anche in quel momento.

2 commenti:

Sean MacMalcom ha detto...

E la storia inizia ad entrare nel vivo! :D

Anonimo ha detto...

Ooooh! Addirittura si è imbattuta in Aragorn e Faramir!

Povero Faramir, sarà anche un grande guerriero, ma dubito sia all'altezza di Anemoee... lo scontro temo sia inevitabile, ma spero che alla fine Faramir nomini Aragorn, lei si calmi e raggiunga il fratello.

L'alternativa sarebbe che stende Faramir, gli prende gli abiti e fugge. E così Aragorn comincia a inseguirla. Magari lottando contro di lei... nah, meglio risolvano il tutto subito, senza copiare i supereroi :)