giovedì 8 maggio 2008

26 - Condivisione di una gioia.

Anemoee aveva indubbiamente perso le staffe, non le capitava spesso, ma quando succedeva non riusciva proprio a trattenersi e tutto quello che le passava per la testa veniva poi fuori dalle sue labbra!!
"Lei ha allevato una bambina che non era sua, solo per fare un piacere a te!!" disse ancora Anemoee, ma questa volta senza gridare, la voce dura e affilata come la sua lama che quell'Elfo le aveva donato.
Aragorn, per nulla sorpreso del fatto che lei fosse poco lontano ad ascoltare, se ne rimase in disparte, per vedere come avrebbe reagito l'impassibile Elrond.
"Anear... morta??" chiese, più sconvolto di quanto Aragorn avesse mai pensato, potesse accadere.
"SI'! E la colpa è tua!! E del suo... amore per te!!" la parola amore era uscita dalla bocca della donna, quasi come un'imprecazione, la rabbia era trasparente nelle parole di Anemoee, ma c'era anche dolore, che fino a quel momento era rimasto chiuso dentro il guscio duro che la donna si era creata crescendo, Aragorn intuendo il dolore di entrambi, decise di intervenire a calmare soprattutto Anemoee, la raggiunse da dietro e l'abbraccio.
"Calmati." Le disse piano; "Sorellina..." La sentì tremare, ma non emise più alcun suono, anche se intuiva che le lacrime stessero solcando il suo bel viso; quello che aveva colpito maggiormente Aragorn, della sfuriata di Anemoee era il fatto che fosse adirata, non perché Elrond l'aveva divisa dalla sua vera famiglia, una famiglia reale, che ora era al suo posto sul trono di Gondor, ma per il fatto che avesse sfruttato i sentimenti di sua madre, per realizzare i suoi piani.
Ciò, non faceva che aumentare la stima, già era grande, che aveva per lei, quella donna era veramente un tipo in gamba, dal cuore nobile e coraggioso, era felice di poter dire che fosse sua sorella, era felice di averla ritrovata.
Sciolse l'abbraccio e la prese per mano.
"Vieni, andiamo a trovare nostra madre." Si allontanarono da Elrond, lasciandolo solo, con i proprio pensieri, in cui comunque si era già chiuso, Aragorn la portò attraverso alcuni sentieri in una piccola radura all'ombra di immensi e secolari alberi, di fronte a loro, una statua di una donna.
"Questa, Anemoee figlia di Arathorn, è nostra madre. Mi addolora che tu non la possa conoscere, ma purtroppo a smesso di vivere una decina di anni fa."
Anemoee rimase in silenzio, per parecchi minuti, l'animo sconvolto da una miriade di sentimenti che non riusciva a mettere in ordine, non vi era abituata, lei riusciva sempre a tenere sotto controllo le emozioni, ma non oggi, non in quel momento.
"Nostra madre??" disse guardando il fratello con occhi ancora lucidi.
"Sì, nostra madre!" disse lui poggiando una mano sulla sua spalla.
Si guardarono a lungo, cercando di scoprire cosa albergasse in quel momento nel cuore dell'altro, di sapere cosa provasse l'altro sapendo che i sospetti che avevano avuto fino ad allora erano reali, loro erano fratelli gemelli separati quando erano molto piccoli.
Alle fine Anemoee si lasciò cadere in ginocchio davanti a lui.
"Mio Signore, questo non cambia nulla, vi ho donato la mia vita, voi siete il mio Re, niente potrà cambiare questa cosa, rinnovo ancora una volta il mio giuramento di fedeltà!" La testa china, quasi in una supplica.
Aragorn le si inginocchiò di fronte.
"Anemoee, tu sei mia sorella e questo cambia molte cose accetto ancora una volta il tuo giuramento di fedeltà, ma tu non sei sola una guerriera di Gondor ora, ma sei la principessa del regno." Anemoee alzò lo sguardo su di lui, anche Aragorn aveva gli occhi lucidi. "Ho una sorella! una sorella... " di slanciò la abbraccio nuovamente, "Non hai idea di quanto questo mi renda felice!!"
Anemoee che aveva risposto all'abbraccio prima con titubanza, poi con trasporto, si scostò un poco da lui.
"No, Mio Signore. In effetti non capisco perché la cosa vi renda così felice. " disse quasi timidamente; "Per me è diverso, ho trovato la mia vera identità, so chi sono veramente ora e avere un uomo come voi come fratello è eccezionale, ma voi avete tutto, cosa vi cambia una sorella??"
"Prima di tutto sorellina, basta con questo Mio Signore, Mio Sire. Aragorn o Granpasso o tutti i nomi che ho vanno bene, ma basta con questa deferenza, sei mia sorella e amica se posso dirlo, quindi trattatami come fanno loro. Sono felice, Anemoee perché ho imparato a conoscerti e a stimarti prima ancora di immaginare quello che tu fossi e sapere che in te scorre il mio stesso sangue non può che rendermi felice e tranquillo. Ma ora andiamo, dobbiamo dare la bella notizia agli altri, almeno ciò solleverà un po' gli animi dagli oscuri pensieri che ci affliggono nuovamente." Si alzò portando con se Anemoee.
"Io... non so. Forse sarebbe meglio che loro... che nessuno sapesse..."
"Anemoee, so che la cosa ti spaventa un po', come spaventava me a suo tempo."
"Voi... tu spaventato?? Non lo credo possibile!"
"Eppure era così, mi stavo caricando le spalle di grosse responsabilità e non avevo idea se fossi stato in grado di sopportale; ero spaventato, ma loro mi hanno aiutato molto, è giusto che essi sappiano, come è giusto che lo sappiano tutti non appena arriveremo a Gondor, ma non ti preoccupare, andrà tutto bene, ora che siamo nuovamente insieme." Disse, pienamente convinto di ciò che affermava.
Anemoee rimase in silenzio, gli occhi ormai asciutti, lentamente la sua espressione tornò quella di sempre, fiera e battagliera, le emozioni che aveva lasciato trapelare, tornarono ad essere nascoste, un lieve sorriso le apparve sulle labbra.
"Come già ho detto la mia vita è tua... ti seguirò ovunque mi condurrai!"
Aragorn annuì rispondendo al suo sorriso, prima di allontanarsi salutarono la tomba della madre, poi tornarono dal resto del gruppo, Faramir, Éomer, Gimli e Legolas li guardarono con curiosità vedendoli tornare insieme, avevano lasciato Aragorn solo con Elrond, ora tornava con Anemoee ed entrambi, nonostante cercassero di mascherarlo, portavano sul volto i segni di forti emozioni, che non potevano sfuggire a degli attenti osservatori come erano i loro compagni di viaggio.
Aragorn si fermò al centro e posando una mano sulla spalla di Anemoee iniziò a parlare, mentre Anemoee sosteneva fieramente lo sguardo di ognuno di loro.
"Per stanotte resteremo qui, perché Elrond farà alcune ricerche su questo Embaras, ma questa visita è stata più fruttuosa di quanto potessi immaginare. Il destino ancora una volta si è divertito con me, mettendo sulla mia strada questa donna, ma lei non è solo un amazzone e Guerriera di Gondor, ora tutti i nostri dubbi sono stati chiariti, posso presentarvi con sicurezza Anemoee figlia di Arathorn, principessa di Gondor, mia sorella gemella.”
Tutti rimasero in silenzio a guardare i due, come se faticassero a comprendere ciò che gli era appena stato detto o come se la cosa non suonasse poi tanto sorprendente alle loro orecchie.
Aragorn e Anemoee si scambiarono uno sguardo incerto.
"Avete capito cosa vi ho detto??" chiese nuovamente Aragorn quasi deluso dalla mancanza di reazione degli altri.
"Abbiamo capito, è solo che..." il primo a parlare fu Legolas.
"Immagino che quello che voglia dire Legolas è che già facevamo fatica a stare dietro a te, ora che c'è anche lei da controllare ed è pure tua gemella, dovremo farci in quattro!!" continuò Gimli, sicuro di interpretare il pensiero del suo amico Elfo.
"Starmi dietro??" domandò Aragorn.
“Anch’io da controllare??” fece Anemoee insieme a lui.
“Mi sembra ovvio noi tre,” continuò Faramir, confermando che anche lui era concorde con Legolas e Gimli, “Ci siamo presi l’impegno di controllare e proteggere Aragorn ovunque andasse. Ora ci toccherà fare lo stesso con te!!” disse mentre un sorriso faceva capolino sulle sue labbra.
“Cosa sono?? Le tue Balie??” chiese Anemoee al fratello, che allargò le braccia con fare sconsolato!!
“Ho l’impressione che si siano arrogati questo ruolo e non mi hanno dato nemmeno la soddisfazione di rimanere un po’ sorpresi quando ho detto loro che tu eri mia sorella!!”
"Aragorn, ho passato parecchi giorni a stretto contatto con te e lei," disse Faramir; " e onestamente, ho avuto qualche sospetto abbastanza presto, nonostante abbiate caratteristiche fisiche diverse, in realtà vi assomigliate molto. Gli sguardi, anche se uno è nero e l'altro grigio, hanno la stessa forza, lo stesso impeto, la stessa fierezza. E sapevo che lei nascondeva qualcosa. "
"Faramir ci stava appunto mettendo a parte dei suoi dubbi, quindi eravamo preparati alla tua rivelazione." Concluse con un sorriso Gimli. "Sarà un piacere sorvegliare una bella fanciulla, una volta tanto!! Anche se ho l'impressione che ciò ci creerà non pochi grattacapi!!"
Scoppiarono tutti a ridere, tranne Éomer che aveva ascoltato tutto in silenzio.
"Io ho perso da poco una sorella, tu ne hai trovata una." disse infine il Re di Rohan e tutti tornarono seri, "Non ho modo di farti capire, quanto sia felice per te, Aragorn, se non forse quello di chiedere ad Anemoee, visto che considero ormai tu come un fratello, se lei vuole farmi la cortesia di considerarmi pari ad un fratello a sua volta."
Anemoee guardò un attimo quell'uomo, che le era sembrato duro come la roccia, si sentiva incredibilmente onorata di quella richiesta.
"Io... mi sento... ecco ho come l'impressione che voi tutti, mi abbiate decisamente sopravalutato, non credo di meritare tutti questi onori, sono una semplice guerriera, ma Sire Éomer, ciò che mi chiedete non può che farmi un immenso onore, sarei più che felice di potervi chiamare fratello." Abbassò lievemente la testa, si sentiva in uno stato che non aveva mai provato prima d'ora, era quasi imbarazzo, per la stima che quegli uomini le avevano concesso conoscendola solo da pochi giorni.
Éomer le si avvicinò, le prese fra le mani il volto, glielo alzò e la baciò delicatamente sulla fronte.
"Mi ricordi molto mia sorella, o quello che ella avrebbe voluto essere, ma che non le è stato concesso di essere e a volte non posso non pensare di essere stato in qualche modo responsabile della sua morte." Si volse verso Faramir, "Però, tutti mi sono testimoni non ritengo assolutamente te responsabile, Faramir amico mio!"
"Eppure se fossi stato più vicino a lei, ma niente mi ha portato a presumere che lei potesse arrivare a fare un atto così assurdo!" disse mestamente Faramir.
Anemoee iniziò a capire cosa si pensasse fosse successo a Dama Éowyn.
"Signori state forse dicendo che ella si è suicidata?" chiese alla fine, quasi incredula.
Nessuno rispose per un attimo, ma Anemoee guardò insistentemente Faramir, fino a quando lui non rispose.
"Éowyn è caduta dalla torre ed era sola." rispose semplicemente l'uomo.
Anemoee scosse la testa.
"Non conoscevo Dama Éowyn, ma da quel che mi ha raccontato Beregond, era una donna coraggiosa, mi ha parlato di ciò che fece contro il Signore dei Nazgùl e voi pensate che una donna del genere si sia suicidata!! Ebbene trovo che facciate un grave torto alla sua memoria!" la voce della donna era diventata dura. "Il suicidio è la soluzione dei vigliacchi e non credo che ella fosse tale!"
"Eppure era sola nella torre!" gridò Faramir, "Non parlare di cose o persone che non conosci!!"
"Il fatto che nessuno abbia visto qualcuno non significa che non ci fosse!!" ribatté decisa di fronte alla rabbia dell'uomo. "Ci sono molto modi per non farsi vedere, io stessa ne conosco parecchi e mi è stato inculcato fin da piccola, che i nemici più spietati la prima cosa che fanno è colpire chi sta al vertice dell'avversario, ma non essi stessi quanto le persone a cui sono più attaccati!! Voi vi state preparando ad una guerra ora, ma può essere che i vostri nemici lo abbiano fatto già da molto tempo!"
Rimasero tutti in silenzio per molto tempo a riflettere su ciò che Anemoee aveva detto.
"Se mi permettete Mio Signore," continuò Anemoee, con più dolcezza nella voce questa volta, " Quando torneremo a Gondor, indagherò su quanto avvenuto su quella torre!"
"E' passato più di un anno..."
"Abbiate fiducia in me, c'è qualcosa che posso fare se è come penso io!"
"Va bene, " Concesse alla fine Faramir, " ma smettila di chiamarmi così, quando sono io a doverti più rispetto. Mia Signora!!"
"Per carità!!! Non chiamatemi così, nessuno, Anemoee è più che sufficiente" disse lanciando poi un'occhiata agli uomini della scorta, seduti poco lontanto e che ovviamente avevano sentito tutto, "Lo stesso vale per voi, io prima di tutto sono una Guerriera di Gondor."
"Allora, direi che è ora di andare a mangiare qualcosa," intervenne Aragorn, chiedendosi cosa potesse fare Anemoee per capire cosa fosse successo ad Éowyn, "Credo che Elrond ci abbia fatto preparare la cena, non sarà un banchetto, ma sarà meglio di quello che abbiamo mangiato fino ad ora e domattina non appena avremo parlato con lui, ripartiremo in tutta fretta, voglio rientrare il prima possibile!" Ciò che aveva detto Anemoee, lo aveva preoccupato non poco, era convinto che Arwen fosse al sicuro a Minas Tirish, ma era meglio non rischiare.

mercoledì 7 maggio 2008

25 - Gran Burrone

Viaggiarono veloci, riposando poco, la fretta li accompagnava, la fretta data dalla consapevolezza che qualcosa di pericoloso stava per abbattersi nuovamente sulle loro terre, dopo solo quattro anni dalla guerra contro l'Oscuro Signore, dava loro poco respiro, poco tempo per riorganizzare gli eserciti e le armate che erano rimasti dopo gli scontri ora che erano ancora impegnate nella ricostruzione.
Passarono, il fosso di Helm, la Breccia di Rohan e Isengard senza rallentare.
Berengod riusciva a dare man mano che passavano dettagli ad Anemoee sui luoghi, su ciò che vi era accaduto durante al guerra dell'Anello, Saruman, il traditore, ciò che due dei quattro Hobbit, impegnati nell'impresa riuscendo a smuovere gli Ent, la battaglia al Fosso di Elm.
Anemoee ascoltava ogni cosa, al momento non faceva domanda, incamerava quanto gli veniva detto, avrebbe chiesto in un secondo momento quando avrebbero avuto più tempo.
Quando finalmente arrivarono a Gran Burrone furono accolti con gioia, ma le espressioni tese dei viaggiatori calmarono gli animi.
Aragorn, Faramir, Éomer, Legolas e Gimli, si diressero immediatamente verso quella che era la dimora di Elrond, gli altri rimasero ad occuparsi dei cavalli, ma Anemoee inquieta, lasciò libero Tenebra di vagare, poi seguì gli altri di nascosto, curiosa di vedere l'Elfo che, se ciò che le aveva detto Anear aveva cambiato la sua vita, stravolta quella della sua madre adottiva; sapeva perfettamente di non essere stata invitata, ma l'importante era non farsi scoprire e lei in questo era piuttosto brava.
Seguì il gruppo fino alla dimora dell'Elfo, poi rimase fuori di essa, trovando il punto in cui si erano riuniti, dove le finestre erano stata lasciate aperte, Anemoee sbirciò velocemente al di sopra del cornicione, scoprì che l'Elfo chiamato Elrond era effettivamente quello che le aveva donato Neralama, dopo di ché si mise seduta sotto la finestra e rimase in ascolto.
Tutti i membri del gruppo che si erano recati al cospetto di Elrond salutarono e furono salutati con calore e gentilezza, segno inconfondibile del profondo affetto che li legava uno all'altro.
"E' una gioia avervi qui, ma leggo sui vostri volti, che non solo il piacere di vedermi che vi ha spinti qui! Parla Aragorn non aver remore!" chiese Elrond guardando quell'Uomo che lui aveva visto crescere, che aveva cresciuto e amato come se fosse stato uno dei suoi figli e che ora divenuto Re, aveva sposato sua figlia Arwen.
"All'inizio il nostro viaggio era tranquillo..."Aragorn raccontò dei messaggi arrivati urgenti per poi scoprire la loro falsità, parlò dell'agguato nel passaggio ai piedi della collina, parlò del villaggio e di tutto il resto, l'unica cosa che escluse dal racconto fu l'incontro con Anemoee e quindi delle sue parti avute nelle vicende, nessuno dei presenti contestò questa cosa ad Aragorn, tutti sapevano che se non ne aveva parlato, Re Elessar doveva avere i suoi buoni motivi.
"Alla fine siamo riusciti a strappagli un nome Embaras il Rosso! Nessuno di noi ha idea di chi egli sia, dal nome uno potrebbe pensare che sia uno dei maghi di Isengard, ma non ho mai sentito quel nome da Gandalf, ora pare che questo Embaras stia raccogliendo tutte le armate che con la caduta di Sauron si erano disperse, se li raduna tutti e li riorganizza..." lasciò la frase in sospeso, non c'era bisogno di chiarire il punto a nessuno dei presenti!
"Embaras hai detto, questo nome non mi è nuovo purtroppo, ma dovrò fare qualche ricerca prima di saperti dire qualcosa di più preciso, il pericolo è grande questo già lo so per certo, ma già qualcosa si mosso per venire in nostro aiuto, non è così Aragorn? C'è qualcosa che non mi hai detto?" Elrond pronunciando quelle ultima parole aveva fissato lo sguardo proprio su Aragorn.
"Per favore, amici, potete lasciarci soli?" chiese Aragorn ai suoi compagni, nessuno di loro protestò, o si offese per quella richiesta, conoscevano bene il legame che esisteva fra quell'Elfo e il loro amico, così si allontanarono, però non poterono fare a meno di chiedersi se la conversazione sarebbe stata incentrata su quello che fino ad allora non si era parlato: Anemoee.
Anemoee intanto dietro la finestra, non si era resa conto che non era stato fatto mai il suo nome, era rimasta ad ascoltare quasi distrattamente, come in attesa di un segno, che aveva riconosciuto quanto Elrond e Aragorn erano stata lasciati dagli altri.
Una volta soli, rimasero un attimo in silenzio, ma Aragorn ansioso di sapere prese presto parola.
"Dimmi c'è forse qualcosa di cui dovrei essere informato, diciamo riguardo alla mia famiglia??"
"Così l'hai incontrata??" chiese Elrond.
A quella domanda il cuore di Anemoee perso un battito, allora forse era tutto vero e a quanto pareva Aragorn doveva avere intuito qualcosa, forse quando aveva visto la spada, con le insegne di Isildur, ma una spada, può essere presa ovunque, cosa l'aveva fatto insospettire veramente?
"Il tempo è giunto allora, che gli ultimi discendenti di Isildur finalmente si riuniscano, Anemoee è qui??" continuò Elrond, quando Aragorn annuì alla sua prima domanda.
"Sì. E' qui a Gran Burrone, ma ora vorrei sapere tutta la storia, per favore. Lei è mia sorella??" chiese alla fine Aragorn.
"Porta il segno di Isildur?"rispose Elrond, con un altra domanda.
Il Segno di Isildur? si chiese intanto Anemoee, che sia quello della spada, ma le parole successive di Elrond, le spiegarono di cosa si trattava.
Aragorn annuì.
"Ve lo tatuai io personalmente a entrambi e sì, lei è tua sorella gemella, foste separati da piccoli, perché i tempi che stavamo percorrendo sarebbero stati molto difficili per la discendenza di Isildur, sapevo esattamente a cosa era destinato il maschio, lo avevo visto chiaramente, ma della femmina nulla mi era chiaro, allora, ma con il tempo ho potuto vedere di più e imparare che alla femmina sarebbe toccato un destino ugualmente difficile anche se più in là nel tempo. Così fu affidata ad una persona amica, un'amazzone, che promise di allevarla e curarla come se fosse stata sua, ora se lei è qui, presumo che Anear le abbia detto la verità, una prova di quanto fosse un'amica fidata..." Ma la spiegazione di Elrond fu interrotta.
"LEI E' MORTA!!" Anemoee si alzò dal suo nascondiglio, urlando la sua rabbia, incapace di trattenersi oltre, "MIA MADRE L'HA FATTO PER AMOR TUO!!!"

martedì 6 maggio 2008

24 - Un triste addio.

Lasciarono il corpo del Goblin dove stava, avevano un compito ingrato e più importante che li attendeva, i corpi degli abitanti del piccolo villaggio distrutto dovevano essere seppelliti, si misero al lavoro tutti insieme, nessuno escluso, davanti alla morte di tanti innocenti erano tutti uguali, Re o soldati, la rabbia e il dolore li accomunava tutti.
Impiegarono molto tempo a finire il lavoro, seppellirono i morti in una fossa comune, non conoscendo le famiglie, così sarebbero stati vicini bruciarono le carcasse degli animali, quando il lavoro fu finto del villaggio ormai non rimaneva che un cumulo di macerie fumanti, sudore e lacrime si mescolavano sui volti dei presenti, mentre una voce limpida e forte si levava sopra ogni cosa, Anemoee, cantava il Canto di Addio delle Amazzoni, una nenia dolce e triste, di cui nessuno comprese le parole, perché cantante nella lingua che aveva usato per tanti anni, ma il senso era chiaro a tutti, si dava l'addio a persone che non erano più in vita.
Nella lingua corrente recitava più o meno così:

La notte è nera
fredda l'ora

la morte severa
attende nell'ombra.

Non risparmia nessuno
siamo tutti uguali
non ne salta mai uno
non conosce rivali.

La guerriera feroce
la madre amorevole
la bambina veloce
la donna ingannevole.

Non risparmia nessuno
siamo tutti uguali
non ne salta mai uno
non conosce rivali.

Eppur noi viviamo
sapendo questo
e ancora speriamo
di non dover andar via presto.

La vita è bella
merita di essere vissuta
seguendo la propria stella
ovunque essa ti conduca.

A combatter battaglie
a allevar bambine
a lavar stoviglie
o a servir regine.

Ma ora andate quiete
voi che più non siete
trovate nuove mete
dove orrori non più vedrete.

Sarete al sicuro
insieme a molte altre
lontane dall'oscuro
vicino a noialtre.

Sempre nei nostri pensieri
sempre nei nostri cuori
troverete il posto che ieri
era destinato ai nostri amori.




Quando anche l'ultimo fuoco si spense, la notte era ormai calata da tempo, era tutti stanchi e provati, ma per loro la giornata non era ancora finita.
"Andiamo via da qui, ci accamperemo più avanti!" disse Éomer, così rimontarono tutti a cavallo, e ripresero la loro marcia in direzione di Gran Burrone, proseguirono per un bel tratto di strada, nessuno parlava, ognuno era chiuso con i propri pensieri, trovato finalmente un buon punto si fermarono quando ormai albeggiava.
"Riposeremo qualche ora, poi ripartiremo al più presto, prima non avevamo fretta di giungere a Gran Burrone, ora le cose sono cambiate drasticamente! Dobbiamo arrivare presto e ripartire il più velocemente possibile, non voglio lasciare Gondor senza Re e Sovrintendente più del tempo necessario!" Aragorn guardò Éomer, sapendo bene che anche lui sarebbe stato d'accordo.
"Se vuoi rientrare subito, di darò alcuni uomini di scorta!" aggiunse rivolto al Re di Rohan.
"No proseguirò con voi, voglio vedere anch'io Elrond, ma meglio fare il più presto possibile!" rispose Éomer.
"Ora dobbiamo riposare almeno qualche ora, ma poi andremo il più veloce che ci sarà possibile." decise Aragorn.
"Faccio io il primo turno di guardia!" si offrì Anemoee; "Tanto non riuscirei a dormire!" aggiunse subito, infatti era sicura che non avrebbe chiuso occhio, quindi tanto valeva approfittarne e far riposare gli altri.
"Va bene, ma se ti senti stanca sveglia qualcuno!" disse Faramir; Anemoee annuì, gli altri si stesero, per riposare.
Anemoee scelse il posto dove fermarsi e poi una volta seduta intonò un nuovo canto, Il Canto Risanatore; sapeva che questo canto aveva la capacità di rasserenare gli animi di chi lo ascoltava, e sapeva che la sua voce riusciva a dargli una intonazione talmente dolce e carezzevole, che anche la persona più agitata riusciva a trovare la calma e la quiete necessaria per riposare al meglio; era una canzone che le aveva insegnato Anurame, la sua Regina, una canzone che veniva tramandata di generazione in generazione, dalla Regina al Comandante della Casa di Anur, perché si sapeva che dopo una battaglia, anche l'animo più duro e valoroso ha bisogno di essere lenito.
Quando la canzone terminò, fece il giro dei suoi compagni di viaggio, vide che tutti dormivano tranquilli, Anemoee soddisfatta tornò al suo posto di guardia, guardò il sole sorgere, su quello strano paese, che iniziava ad apprezzare ed amara, soprattutto grazie alla gente che lo popolava.
Li lasciò dormire per quattro ore, poi iniziò a svegliarli, incominciando da Aragorn.
"Mio Signore è ora di riprendere il cammino."
"Anemoee. Non credevo che sarei riuscito a riposare." disse sorpreso, guardando l'Amazzone che era china al suo fianco, che gli sorrise.
"E' una canzone che mi ha insegnato la mia... quella che era la mia Regina. Distende gli animi!" rispose lei, capendo al muta domanda nello sguardo di Aragorn.
"Sì, me ne sono accorto. Sei piena di sorprese ragazza!" le disse Aragorn, appoggiandole una mano su di una spalla; "E soprattutto sai quando tirarle fuori!!"
Anemoee sorrise nuovamente e poi si allontanò per svegliare gli altri, in poco tempo, furono pronti a ripartire, tutti sembravano più riposati e rilassati, rispetto alla sera prima, tutti tranne Anemoee che iniziava a risentire della mancanza di sonno, ma sapeva che non sarebbe stato un grave problema, perché lo risolveva semplicemente dormendo in sella, una cosa che aveva già fatto tante volte.

lunedì 5 maggio 2008

23 - Un nuovo Nemico.

Quando vide gli altri avvicinarsi, Anemoee spinse l'orrido essere con la faccia terra, gli teneva la lama tagliente del pugnale elfico premuto alla gola, voleva essere sicura che quel coso non tentasse brutti scherzi, gli piantò un gomito nel fianco proprio dove i pettorali dell’armatura si univano lasciando uno spazio scoperto.
Anche il Goblin si rese conto dell’arrivo degli uomini ed incamiciò a dimenarsi selvaggiamente, Anemoee vi si dovette buttare praticamente di peso addosso per tenerlo a terra.
“Non riuscirete… non ci riuscirete… ad interrogarmi… mi dovrai ammazzare per tenermi fermo!” gracchiò il Goblin continuando ad agitarsi violentemente.
“Sta sicuro che lo farò se non la smetti!” gli ringhiò Anemoee all’orecchio, “Ma neanche poi immaginarti in che maniera lo farò… sei sicuro di volerlo scoprire??”
Il Goblin accennò a calmarsi un attimo, certo quella era solo una femmina di Uomo, ma aveva una grande forza e una ferocia nello sguardo che lo fece tentennare, sapeva riconoscere qualcuno pronto a mettere in pratica le minacce alla prima occasione.
Presto furono circondanti da tutti gli altri cavalieri, ma solo uno di essi scese da cavallo, quella era la sua terra e il prigioniero era il suo, Re Éomer si avvicinò al Goblin, ma rimase comunque a un metro di distanza come a voler cogliere meglio con lo sguardo quel lurido essere che aveva partecipato al massacro del villaggio.
“Grazie Anemoee, hai fatto un ottimo lavoro!” Anemoee si limitò ad un accenno con la testa verso il Re di Rohan, concentrata sul compito di tener fermo quell’assassino.
“Chi è il tuo padrone? Chi ti ha ordinato di compiere quel macello?” la voce di Éomer era mortalmente seria, sembrava quasi lo stridore di roccia su roccia, Anemoee sentì tremare il Goblin per un attimo, ma poi sembrò farsi forza e sputò ai piedi del Re.
Anemoee…” Non ci fu bisogno di dire altro, l’Amazzone alzò di peso il Goblin mettendolo in piedi, gli sollevò le braccia dietro la schiena, tanto da sentire le giunture delle spalle scricchiolare.
Arrhh!!!” gridò il Goblin.
“Gridi già??” chiese Anemoee; “Non abbiamo neanche incominciato!!” tirando ancora impietosamente, sulla braccia del malcapitato.
“Ripeto la domanda. Ma ricorda, mi stanco facilmente!! Chi ti ha mandato??” Éomer fece un passo avanti, allungando una mano aperta con il palmo rivolto verso l’alto.
Anemoee capì immediatamente le intenzioni di Re Éomer e tese il suo pugnale, tenendolo per la lama verso di lui, che lo prese guardandolo molto attentamente.
“Uhm… da l’impressione di essere molto tagliente!!” commentò il Sire di Rohan.
“Oh… lo è!!” confemò Anemoee.
“Elfico?”
“Sì, Mio Signore, un regalo che ho imparato ad usare bene!”
Il Goblin, sembrava spaesato, fissava Éomer e poi cercava di guardare Anemoee, ma questa lo teneva talmente stretto che riusciva a muoversi solo di pochi centimetri.
Anch’io non me la cavo male. Vuoi vedere qualcosa??”
“Certamente, sono sempre pronta ad imparare, Mio Signore!” Sembrava quasi che i due fossero soli e che facessero una normale conversazione.
“Ultima possibilità, chi ti ha mandato?” chiese di nuovo il Re, che faceva conto sul conosciuto scarso coraggio di quegli essere quando erano soli.
Alla fine egli cedette, incapace di distogliere gli occhi dalla lama del coltello che gli veniva mossa davanti alla faccia, come un letale serpente!
“Tanto vale che ve lo dica tanto fra qualche tempo, tutti voi sarete morti!! Il mio padrone verrà e vi distruggerà!” disse il Goblin.
“Interessante… continua!” lo incoraggiò
Éomer.
“Lui verrà e conquisterà tutta la Terra di Mezzo!!”
“Questa mi sembra di averla già sentita, da qualcuno molto forte. E che ora è cenere!!” fu il commento del Signore dei Cavalli, all'affermazione del Goblin.
Sauron aveva un punto debole!! Contava troppo sul suo Anello, distrutto quello, distrutto Sauron!! Ma se aveste dovuto sconfiggere tutte le sue armate come sarebbe finita la storia?? Vi era superiore in numero e in potenza!! Il mio padrone sta raccogliendo quelle armate che si sono disperse, le rimetterà insieme e vi distruggerà!!”
Il pugnale tremò nella mano di Éomer, la rabbia stravolgeva i suoi lineamenti.
“Chi è il tuo padrone?” domandò nuovamente.
Embaras il Rosso è il suo nome!”
Embaras?? Non lo conosco!!” commentò Éomer, poi con un unico gesto, velocemente allungò la mano che impugnava il pugnale e recise la gola del Goblin, Anemoee si ritrovò tra le mani un corpo senza vita, lo lasciò quindi cadere a terra!
“Forse poteva dirci altro!” disse Gimli, parlando per la prima volta!
“No, dubito che sapesse molto di più!” Aragorn guardava il Goblin morto e diede voce ai pensieri di tutti; “Ma chi è questo Embaras il Rosso??”
“Chi sia non ne ho idea, ma ho l’impressione che lo incontreremo presto e se davvero sta radunando tutto l’esercito disperso dopo la distruzione di Sauron, le cose si metteranno molto male!” disse Éomer mentre puliva la lama del pugnale e poi la porse nuovamente ad Anemoee.
“Ma voi lo avete già sconfitto una volta quell’esercito!” ribatté Anemoee, sorpresa dal leggere tanta preoccupazione sul viso dei suo superiori.
“Noi abbiamo sconfitto Sauron, distruggendo l’Anello. Non il suo esercito.” Disse semplicemente Aragorn e Anemoee afferrò al volo la differenza che correva tra le due cose, poteva solo immaginare l’immensità dell’esercito riunito dall’Oscuro Signore.

domenica 4 maggio 2008

22 - Fumo a Ovest...

Il gruppo cavalcò veloce per tutta la giornata, incontrarono molte persone che li salutarono calorosamente riconoscendo il loro Re anche se in abiti dimessi, sembrava molto cambiata la vita rispetto a quattro anni prima, tutto sembrava tornato tranquillo, erano stati tempi duri, ma forse finalmente si poteva tirare il fiato e godersi le gioie che la vita sapeva dare.
A due giorni di viaggio da
Rohan però le loro speranze svanirono.
“Fumo! Ad Ovest!” gridò
Legolas, la cui vista insuperabile poteva vedere molto lontano, “Non di un fuoco, qualcosa brucia!”
“Là c’è
Eriand un villaggio di confine, contavo di passare là notte!” disse Éomer; “Dobbiamo far presto!”
“Al galoppo, più veloci che potete!” Ordinò
Aragorn e tutti gli undici cavalli che formavano il gruppo, balzarono in avanti quasi allo stesso tempo, anche se i più rapidi, Tenebra e quello di Re Éomer staccarono presto gli altri.
Arrivarono veloci in cima alla collina che impediva loro di vedere cosa accadeva al villaggio, e lassù si bloccarono inorriditi.
Il villaggio era completamente distrutto, la maggior parte delle capanne erano in fiamme, dappertutto vi erano corpi straziati di uomini, donne e bambini, neanche gli animali erano stati risparmiati, la visione di tutto ciò non erano nuove né per
Anemoee né per Éomer, ma era impossibile rimanere indifferenti di fronte a tanta crudeltà anche per dei guerrieri come loro.
Anemoee serrava con rabbia le mani attorno alle redini, lanciò un’occhiata a Éomer, era sbiancato in volto, la rabbia gli stravolgeva i lineamenti decisi, gli occhi lucidi incontrarono i suoi, Anemoee vi lesse una immensa sofferenza, come se portasse su di sé la colpa di quell’eccidio.
“Chiunque sia stato Sire, la pagherà!” disse piano, la voce tagliente come la lama del suo coltello elfico.
“Sì, la pagherà!” disse in risposta
Éomer in quel momento sopraggiunsero anche gli altri, tutti rimasero ad osservare con muto orrore ciò che si presentò ai loro occhi, un silenzio pesante cadde sul gruppo, quando ancora una volta fu Legolas a rompere il silenzio.
“Là un mannaro, con un cavaliere, si attarda sui morti…” l’essere immondo li aveva visti e se la stava dando a gambe, era parecchio lontano, ma una volta in movimento tutti lo videro chiaramente, davanti a lui c’era un lungo tratto pianeggiante.
“Sire, posso prenderlo…” iniziò
Anemoee.
“E’ troppo lontano!” la interruppe
Faramir, "Legolas lo può uccidete con una freccia!"
“Posso farcela, se lo prendiamo vivo, potremmo fargli qualche domanda, datemi l’ordine Sire e lo porterò ai tuoi piedi, che ci metta pochi attimi o giorni interi!” la voce era sprezzante piena di rabbia, gli occhi fissi sulla preda.
Aragorn impiegò solo un attimo per decidere.
“Va e portalo qui…” disse infine,
Anemoee aveva ragione, vivo avrebbe potuto dargli qualche risposta!
“Sì Mio Signore!” rispose la donna.
Anemoee, lo voglio vivo!” sottolineò il Re.
“Respirerà…” affermò
Anemoee, le bastò sfiorare i fianchi di Tenebra perché questi scattasse in avanti, pronto alla corsa come non mai, Anemoee gli sussurrò alcune parole vicino alle orecchie, si sollevò leggermente e si sporse in avanti sul collo di Tenebra, portando il peso in avanti, in questa maniera diventava praticamente inesistente per il cavallo, che poteva distendersi liberamente e tirare fuori a pieno tutta la sua potenza e la sua velocità, si lanciò senza esitazione giù per il pendio.
“Non ce la farà mai. Ma accidenti!! Quel cavallo va come il vento!” disse
Faramir, preoccupato più che altro che potesse essere una trappola e che Anemoee ci sarebbe finita a capofitto e alla velocità del vento!!
“Già corre quasi come
Ombromanto!” intervenne Gimli, da dietro Legolas.
“Probabilmente di più!” disse
Éomer, “Ho avuto tempo di osservarlo, quel cavallo è della stirpe di Ombromanto, è uno dei Meares; ora ne sono più che sicuro, ma del ramo Nero, quello che fu portato via da Sauron, quel cavallo ha un demone in corpo, demone che ha donato la sua vita ad Anemoee, e ora alimentato dalla sua rabbia e dalla sua sete di vendetta, lo fa correre come nessun altro cavallo su questa terra potrebbe, lo prenderà statene certi!”
Infatti
Anemoee e Tenebra, avevano già recuperato parecchio terreno, l’Amazzone aveva estratto la sua spada, che spiccava nel verde della pianura, nera come la notte, pronta a mietere la sua vittima, il grido della donna giunse fino a loro, feroce e selvaggio, anche il Goblin che cavalcava il mannaro, lo sentì e vedendosi braccato decise di affrontare l’avversario; fece girare la sua cavalcatura, con l’ascia in mano andò incontro al suo inseguitore.
“Non ucciderlo
Anemoee!” disse piano Aragorn e come se lo avesse sentito Anemoee abbassò la lama, che invece di colpire il cavaliere colpì il mannaro che stramazzò al suolo, con la gola recisa, il Goblin fu catapultato in avanti, Tenebra si arrestò e girò su se stesso con estrema velocità.
“Meglio muoverci anche noi!” ordinò
Aragorn, partendo anch’egli al galoppo giù per il pendio seguito da tutti gli altri, videro il Goblin rialzarsi di nuovo in piedi e con la sua spada cercava di colpire Tenebra che gli girava attorno, sbuffando e scalpitando.
Anemoee dal canto suo sapeva che bastava il suo cavallo per tenere buono quell’essere schifoso, quando però vide che gli altri stavano per raggiungerla decise che era il caso di renderlo inoffensivo, non voleva certo far corre rischi al suo Re e ai suoi compagni di viaggio.
Scese da cavallo ancora con la spada sguainata, estrasse anche il pugnale.
“Bene, ora se ti preme la vita, butterei via quella spada e chiederei pietà!”
Argg…” ringhiò il Goblin, “Non mi fai paura femmina!!”
“Femmina??”
Anemoee fece un ghigno che non apparve troppo rassicurante al Goblin; non aggiunse altro, ma con un affondo rapido, incrociò la sua spada ancora sporca di sangue del mannaro, con quella lorda del sangue di quegli innocenti, Anemoee dovette forzare molto la sua volontà, per non ucciderlo su due piedi, nonostante esprimesse con forza il suo disprezzo per i sentimenti, il dolore per la morte di tante persone innocenti non la lasciava di certo indifferente.
Lo disarmò, poi con un calcio allo stomaco lo fece stramazzare al suolo, tolse una corda dalla sua sella e lo legò velocemente.
“Sei sfortunato… il mio Re ti vuole vivo!!” gli ringhiò vicino all'orecchio.