sabato 3 maggio 2008

21 - Verso Gran Burrone

Anemoee tornò poco dopo accopagnata dagli altri componenti della compagnia, oltre ad uno stalliere di Rohan che portava il cavallo del Re, anch’esso però senza emblemi o insegne.
"Non aggiungerò miei uomini al nostro gruppo." affermò Re Éomer "Qui ci sono gli Uomini, gli Elfi e i Nani più coraggiosi e forti della Terra di Mezzo, più un'Amazzone, cosa può vuole di più come scorta un Re?" chiese guardando il gruppo.
Si misero nuovamente in viaggio, mandando i cavalli ad un leggero galoppo, le strade di Rohan erano ben tenute e ciò permetteva di tenere una buona andatura, senza correre rischi anche se ciò rendeva stentata la conversazione, il silenzio era rotto solo dal rumore degli zoccoli dei cavalli e dai nitriti che ogni tanto mandava Tenebra, quando incontrava altri cavalli al pascolo.
Anemoee!! Non può continuare così…” disse Aragorn chiedendosi come lo avesse convinto a non nitrire quando li aveva incontrati per la prima volta.
“Mio Signore dovete capirlo” disse ridacchiando Anemoee, “Sta avvertendo gli altri cavalli del suo passaggio: 'Tenebra Oscura passa di qui!!'” Anche gli altri sorrisero, ma non Legolas.
“A dire il vero sta dicendo qualcosa che suona più o meno così: ‘Un grande Re accompagno, avvertitemi di pericoli innanzi a me!’” disse l'Elfo
Tutti si voltarono a guardare Legolas, mentre Anemoee che gli era al fianco, lo fissò prima con curiosità, e poi quasi con nostalgia.
“Allora vero, gli Elfi comprendono il linguaggio degli animali.“ quella di Anemoee non era una domanda.
“Anche tu dovresti comprenderlo sei per metà Elfo no?” rispose di rimando Legolas.
Anemoee sorrise, solo qualche giorno sarebbe stato un sorriso amaro, ma ora la piega che aveva preso la sua nuova vita non le sembrava più tanto disastrosa.
“No. Non lo sono, faccio parte della razza degli Uomini, la donna che mi ha allevato tra le Amazzoni non era la mia vera madre.” Anemoee guardò Legolas che ora le cavalcava al fianco.
Aragorn sentendola parlare del suo passato rallentò il passo del suo cavallo, voleva sentire quella conversazione, stava diventando di vitale importanza per lui, scoprire se i suoi sospetti erano reali o meno.
“Eppure…” disse Legolas, “Devi avere sangue Elfico, altrimenti quel cavallo non lo avvicineresti nemmeno, eppure, lo monti con sicurezza e lui morirebbe per te, ne sono sicuro!!”
“Non so che dirvi…” iniziò a dire Anemoee.
“Dirmi!” la fermò Legolas.
“Cosa??” Anemoee lo guardò sorpresa.
“Dirmi, io non sono un Sire, parlami come faresti ad un amico non ad un tuo superiore per favore! Legolas quando ti rivolgi a me più che sufficiente.” spiego l'Elfo.

"Ehi ragazza!" intervenne Gimli alle spalle di Legolas, "Quello che dice orecchie a punta vale anche per me, niente formalismi tra si noi, che siamo la guardia personale di Aragorn e Faramir! Io sono Gimli niente di più!"
“Come volete Legolas e Gimli, vi ringrazio, ma come dicevo Legolas non so che dirti, perché l’unica verità che conosco è quella che mi ha raccontato Anear, mia madre adottiva lei mi ha detto che faccio parte del popolo degli Uomini.” spiegò Anemoee ai suoi nuovi amici.
“Quanti anni hai??” chiese Legolas.
“Se non mi ha mentito anche su questo dovrei essere attorno ai novanta.” rispose Anemoee.
Legolas sorrise.
“Un uomo a novanta anni non è di certo informa come te, tu ne dimostri al massimo trentacinque!” le spiegò Legolas.
Anemoee rimase silenziosa, a questo non aveva pensato, guardò le spalle larghe di Aragorn che cavalcava davanti a lei, chiedendosi quanti anni avesse, se ciò che le era stato detto, loro dovevano avere la stessa età, erano gemelli; ma il dubbio rimaneva nella sua mente, certo, aveva scoperto attraverso Beregond che lo stemma disegnato sull’elsa della sua spada era lo stesso di Aragorn, lo stemma di Elendil, sempre da Beregond, sapeva che quella stirpe discendeva anche dagli Elfi, Aragorn aveva esaminato la sua spada.
Allora forse Anear le aveva detto la verità, forse Aragorn era veramente suo fratello, ma questo non era veramente importante, o meglio lo era per lei, perché avrebbe finalmente saputo quali erano veramente le sue origini, quello che era veramente importate per lei era che lui fosse il suo Re, la sua vita era stata donata a lui, che fosse meno suo fratello ed era sempre più orgogliosa di questa sua scelta, lei non avrebbe mai parlato di quel che sapeva, non voleva far insorgere dubbi sulla motivazione che l'avevano portata mettersi al suo servizio.
“Ma non temere, forse a Gran Burrone troverai le risposte ai tuoi dubbi!” continuò Legolas.
“Stiamo andando a Gran Burrone??” non riuscì ad impedirsi di chiedere in tono sorpreso Anemoee.
“Sì, stiamo andando a Gran Burrone, nella Casa di Elrond!” rispose Aragorn, che si era girato verso di lei per scrutarne la reazione, ora era evidente che lei sapesse molto di più di quanto non avesse raccontato sulle sue presunte origini; ma come aveva detto Legolas, la visita a Gran Burrone avrebbe sciolto molti dubbi!.

venerdì 2 maggio 2008

20 - Altri amici si uniscono al gruppo

La mattina dopo Beregond la trovò nelle stalle che strigliava il suo cavallo.
Ehy…ma dove hai dormito stanotte?? Non sei venuta negli alloggi dei soldati!” chiese incuriosito, già il fatto che fosse stata invitata alla tavola di Re Éomer era un evento eccezionale per qualcuno che doveva essere un soldato come loro, infatti tutti si erano chiesti dove avrebbe dormito e il fatto che non fosse venuta agli alloggi non li aveva sorpresi più di tanto.
“Ho dormito qui!” rispose Anemoee indicando il box assegnato a Tenebra.
“Qui??” domandò sorpreso il soldato.
“Già!! Non avevo idea di dove vi foste cacciati, non c’era nessuno a cui chiedere a parte le sentinelle, così ho optato per la soluzione più semplice!” rispose Anemoee sorridendo.
Beregond la guardò sconcertato.
“Nel caso stanotte dormissimo ancora qui, ti spiego dove stiamo!” gli spiegò esattamente dove andare.
“Anche se dubito che passeremo qui una notte più del necessario, Re Elessar ha sempre un sacco di cose da fare quando viaggia un sacco di gente da incontrare, e Sire Faramir, meno rimane qui e meglio sarà per il suo cuore!” continuò poi Bergond.
“Capisco, ma un giorno vorrei che mi parlassi di più di Dama Éowyn, deve essere stata una gran donna!”
“Sì in effetti è così lei…” ma Beregond si interruppe perché in quel momento entrò Sire Faramir.
“Bene! Siete già qui!! Preparate i cavalli, ci muoveremo appena Aragorn sarà pronto!” disse non appena entrato nelle stalle.
“Si Mio Signore!” risposero all’unisono Anemoee e Beregond e si misero subito al lavoro, Anemoee indossava nuovamente i vestiti sottratti a Faramir.
“Mi spiace ma non credo che ci sarà tempo per Sire Éomer di farti fare dei vestiti, ma abbiamo trovato questi.” disse Faramir porgendole un paio di pantaloni di lana; “Erano di Éowyn, dovrebbero andarti, ma per le camice dovrai portare le mie, le sue ti sarebbero troppo strette sulle spalle! Nonostante fosse una donna forte era più esile di te!”
Anemoee rimase a fissare ciò che aveva in mano, senza muoversi, senza fiatare, nonostante non capisse a fondo ciò che aveva legato Faramir a Éowyn, vedeva nel suo sguardo, quanto gli costasse darle quegli indumenti e lo ammirava per questo.
“Allora?? Li vuoi o no? Ti andranno sicuramente meglio dei miei ed almeno avrai un cambio!!”
Anemoee gli si avvicinò, prese i pantaloni, chinando la testa ringraziò.
“Grazie Mio Signore, saranno perfetti!!” rispose piano Anemoee.
In quel momento i corni di Edoras suonarono avvertendo dell’arrivo di un visitatore.
Faramir uscì per andare a vedere mentre lasciava Anemoee e Beregond alle prese con i cavalli, salì velocemente sul torrione più alto per vedere chi arrivasse, aveva lasciato Aragorn con Éomer, mentre parlavano ancora della strana cosa dei messaggi, per andare a fare i preparativi per la partenza, che una nuova meta era stata decisa: sarebbero andati a Gran Burrone per parlare con Elrond.
In cima al torrione poté vedere arrivare al galoppo un cavallo grigio, non riusciva a distinguere il cavaliere in volto, ma la leggerezza con cui montava e la totale mancanza di finimenti, glielo fece riconoscere immediatamente, oltre che al bagaglio che si portava dietro.
Erano Legolas e Gimli, un largo sorriso si aprì sul volto preoccupato di Faramir, quando erano partiti da Minas Tirish, loro erano fuori, erano andati a cercare dei materiali per finire alcune parti della Torre Bianca, c’era ancora molto da fare per riportarla all’antico splendore, ma avevano lasciato un messaggio su dove li potessero raggiungere e non si erano fatti aspettare molto.
Scese velocemente al cancello, per accoglierli.
Faramir!!” lo chiamò Legolas l’Elfo, quando entrò dal cancello, scese da cavallo, con la grazie che solo gli Elfi hanno.
Legolas, sono felice di vederti!” gli rispose Faramir sorridendo.
“Ci avete provato ha lasciarci indietro!! Ma non ci riuscirete tanto facilmente!!” chi aveva parlato questa volte era Gimli, il Nano, amico inseparabile di Legolas
ed entrambi erano legati da un profondo affetto ad Aragorn, che era nato dalle avventure passate insieme durante la guerra contro l’Oscuro.
“Mastro Gimli avevamo paura di distoglierti dalla tua grande opera di ricostruzione!!” Faramir saluto il Nano con un lieve inchino.
“Sire Faramir!! La ricostruzione è importante, ma nulla è più importante che non accompagnare Aragorn dovunque egli vada!!” rispose egli con il suo abituale entusiasmo.
Risero tutti e tre, felici di essere nuovamente insieme.
Aragorn sarà felice di vedervi, ma ora venite a riposare, stavamo per ripartire, ma forse potremo ritardare un po’ per darvi la possibilità di riprendervi dal viaggio!” Faramir posò loro una mano sulla spalle e li sospinse verso il palazzo del Re.
“Riprendersi dal viaggio?? Un Nano non ha bisogno di riprendersi!!” affermo Gimli orgoglioso.
“Questa l’ho già sentita!” la voce di Aragorn li fece voltare, si avvicinò a loro, porgendo la mano a Legolas, che rispose al saluto, stringendo con la sua mano l’avambraccio di Aragorn, che fece altrettanto.
“Mastro Gimli!” stavolta Aragorn fece un lieve inchino.
“Sire!” anche Gimli, si inchinò, ma poi lo abbracciò anche se arrivava poco più sotto le spalle del Re.
Aragorn diede qualche pacca sulle spalle del Nano, gli era dispiaciuto partire senza di loro ed ora che li aveva lì ne era felice, aveva parlato a lungo con Éomer di quegli strani messaggi e avevano convenuto che non sarebbe stato male andare a parlare con Elrond, erano parecchi altri giorni di viaggio, con quello che era accaduto nella prima parte di questo viaggio, era saggio avere anche Legolas e Gimli.
In quel momento giunse anche Anemoee.
“Mio Signore, i cavalli sono pronti!” disse la donna avvicinandosi.
Aragorn la guardò, quasi un po’ sorpreso, le era passata di mente e tornando al ricordo della sera prima , gli sovvenne anche il tatuaggio che le aveva visto in mezzo alla schiena, si disse che aveva un motivo in più per voler parlare con Elrond, forse lui sapeva qualcosa di questa donna, che non gli aveva mai rivelato.
“Grazie Anemoee, partiremo fra poco!” le disse .
Anemoee annuì, si girò e si allontanò, ma la voce del suo signore la fermò.
Anemoee!! Dove hai preso quei calzoni??” chiese Aragorn, l’espressione che Anemoee gli vide sul volto la lasciò un po’ sconcertata, non capiva la ragione del suo… sbalordimento??
“Sire Faramir me li ha dati questa mattina! Sono perfetti, così aderenti lasciano piena libertà di movimento e non ingombrano!”
“Si… lo vedo… vai pure a prendere i cavalli intanto!” la lasciò andare Aragorn.
“Sì Mio Signore!” Anemoee si portò le mani giunte alla fronte inchinando lievemente la testa, si voltò e andò a chiamare gli altri per portare tutti i cavalli al cancello.
“Ehm… non credo di essere molto bravo ad indovinare le taglie delle donne!!” disse Faramir, senza riuscire a trattenere un sorriso.
“Già, ma forse è meglio di prima, ieri sera quando Éomer l’ha vista credevo che ci rimanesse secco!” aggiunse Aragorn ridendo apertamente questa volta.
“E sarebbe stato colpa vostra!!” si fece sentire la voce del Re di Rohan, che una volta lasciato solo da Aragorn era andato a prepararsi a sua volta per il viaggio “Voi me l’avete portata in casa!! Mezzanuda!!” Legolas e Gimli, passavano lo sguardo da uno all’altro senza capire che parlassero esattamente quei tre, a parte il fatto che il soggetto della conversazione era quella donna che era venuta ad avvertire Aragorn che i cavalli erano pronti.
Legolas!! Gimli, è un piacere rivedervi!! Anche se non avrete il tempo di riposarvi, ma parleremo in viaggio!” Éomer scambiò un’occhiata con Aragorn. “Davvero credevi che non sarei venuto con voi??” La risposta di Aragorn si limitò ad un sorriso e un cenno sella testa.
“Nostro è il piacere Sire, e lo sapete il nostro posto è a fianco di Aragorn, ma se vuoi sarete con noi sarà ancora meglio!!” rispose Legolas per entrambi, “Ma ditemi… chi è quella donna che abbiamo appena veduto?”
“La capacità di Aragorn di suscitare amore e dedizione in chiunque incontra ha colpito ancora!! Ora ha un nuovo suddito!! Anemoee si chiama, è un’Amazzone!” rispose Faramir alla domanda dell’amico Elfo.
“Un’Amazzone? Ti sei annesso un valido combattente, amico mio!” disse Legolas rivolto ad Aragorn, “Se solo la metà delle storie sulla combattività e il coraggio delle Amazzoni è vera!”

“E’ vera credimi!! Anemoee c’è l’ha già dimostrato!” confermò Aragorn.

giovedì 1 maggio 2008

19 - Una cena regale.

La ragazza l’accompagnò nel salone, dove gli Uomini stavano attendendo, sia Aragorn che Faramir erano abbigliati come il loro rango raccomandava, erano eleganti e regali, come due Uomini di grande nobiltà, vi erano altri uomini anche loro molto eleganti ma nessuno poteva egualiare i due Sire di Gondor, eccetto forse uno, Anemoee infatti individuò subito quello che doveva essere Re Éomer, un uomo alto, con una lunga chioma bionda che non appena la vide le venne incontro.
“Bene, la nostra Amazzone è arrivata!! Anemoee giusto?” chiese Re Éomer, sorridendo cordialmente alla donna, cercando di mascherare la sorpresa per l'abbigliamento di lei.
La donna si avvicinò, posò a terra un ginocchio potrà il pugno chiuso al cuore, chinando la testa sul petto, in segno di rispetto.
“Sì, Mio Signore!” disse Anemoee.
“Alzati, ti prego, la persona che ha salvato la vita ad Aragorn, è la benvenuta in questa casa, e verrà trattata con tutti gli onori!” dichiarò Éomer prendendola per le spalle per farla rialzare.
“Ho fatto solo il mio dovere, Mio Signore” Lanciò una rapida occhiata ai due Uomini a cui doveva obbedienza, che la guardavano dall’altra parte della stanza, Aragorn le sorrideva, mentre Faramir la guardava con un sopracciglio alzato, chiedendosi dove fossero finiti le vesti che le aveva mandato e come facesse a stare lì mezza nuda con il freddo che faceva.
“Si buscherà di nuovo un malanno!” borbottò Faramir.
“Immagino, che se succederà, rimarrà comunque soddisfatta, della faccia che hai fatto quando è entrata!” gli rispose Aragorn dando un colpetto sulla spalla dell’amico; “Non sarà così facile piegarla, ma vieni andiamo a sentire che dice a Éomer, non vorrei che parlasse di come si è coperta la prima volta!”
“Non lo farebbe mai!!” disse Faramir girandosi verso il suo Re.
“Ne sei così sicuro?? Tu la stai provocando parecchio!” disse lui posandogli nuovamente la mano sulla spalla.
Quando si avvicinarono si resero conto che Anemoee ed Éomer, stavano parlando di cavalli.
Aragorn mi ha parlato del tuo Tenebra Oscura domani mi piacerebbe vederlo.” stava dicendo Éomer.
“Certo Sire, ma ho sentito dire che voi siete anche chiamati i Signore dei Cavalli è vero?” chiese l'Amazzone, incuriosita da quell'Uomo, indubbiamente un grande guerriero, ma così amante dei cavalli.
“Sì, li alleviamo, li addestriamo e li amiamo! I nostri cavalli sono i migliori della Terra di Mezzo!” il Re di Rohan era sempre molto disponibile nel parlare dei loro cavalli.
“Mi piacerebbe davvero che vedeste Tenebra, sapete ne sono venuta in possesso in modo un po’ bizzarro, il mare lo ha portato a me sette anni fa, era poco più di un puledro, quando lo vidi uscire dalle acque, più morto che vivo, ma nonostante ciò cercò di mordermi e calciarmi, quando mi avvicinai inutile dire che me ne innamorai subito.”
Aragorn e Faramir, rimasero quasi sorpresi nel sentirla parlare così tanto.
“Vieni ora andiamo a tavola, mangiando si parla meglio!” Éomer le porse il braccio, Anemoee si trovò un attimo a disagio, non sapeva cosa volesse da lei il Re di Rohan, non conosceva l’etichetta nei palazzi degli Uomini, alzò gli occhi in cerca di aiuto e vide Aragorn, che stava mimando l’atto di posare una mano sul braccio teso di Faramir, così fu tratta d’impaccio, fece ciò che le avevano suggerito, si girò verso i due uomini che l’avevano aiutata e concesse loro uno dei suoi rari sorrisi, poi voltò loro la schiena mentre Éomer la condusse al tavolo, nel farlo Anemoee girò le spalle ad Aragorn e Faramir che intanto si erano avviati anche loro verso il tavolo.
“Meglio tenerla d’occhio, prima che combini qualche guaio!” Ma Faramir si rese improvvisamente conto di stare parlando da solo, Aragorn infatti si era bloccato qualche passo più indietro e stava fissando la schiena di Anemoee, dove, lo notò anche Faramir per la prima volta, spiccava un disegno nero tra le scapole, sembrava una testa di felino con dei ghirigori, un tatuaggio, infatti quando l'aveva vista la prima volta di spalle, la lunga treccia nera le copriva quella parte in mezzo alle scapole.
Certo da loro non erano molto frequenti, ma non era il primo che vedeva, e sapeva che in altri popoli erano molto più diffusi, si stupì dunque della reazione sorpresa di Aragorn.
Aragorn?? Che c’è?” gli chiese allora, vedendo che rimaneva silenzioso.
“Cosa?? Niente, scusami andiamo!” Oramai il dubbio che lo aveva assalito quando aveva osservato la spada di Anemoee, era stato sciolto per lui, quello che Anemoee aveva tra le scapole era lo stesso disegno che lui aveva nello stesso punto, il Segno di Isildur, così lo chiamavano, i pochi che ne conoscevano l’esistenza, era un disegno che veniva tatuato nei discendenti diretti di Isildur, fu proprio egli stesso a iniziare la tradizione, prevedendo un periodo difficile per la sua stirpe, nonostante la vittoria su Sauron, in questo modo la sua discendenza sarebbe stata riconosciuta, anche se da pochi ma importanti personaggi.
Ed ora lui si trovava di fronte a quel segno, di fronte ad una donna che lo portava, avrebbe indagato a fondo, ora era felice di averla presa con sé.
La cena si svolse con tranquillità e nessuno parlò dei dubbi dei tre Sire, perché si voleva che fosse una serata rilassata e pacifica, dove tre amici si erano ritrovati, anche se Re Éomer si concentrò sull’unica ospite femminile, incuriosito dalla sua storia e parlarono molto soprattutto di cavalli, Faramir rimase silenzio ascoltando quello che i due si dicevano, ogni tanto scoccava qualche occhiata ad Aragorn che sembrava perso nei suoi pensieri anche se ogni tanto lo sorprese a fissare Anemoee, come se la studiasse.
La cena finì, tutti sembrava allegri, forse grazie anche alla birra che era stata servita in abbondanza e al cibo gustoso, si alzarono tutti da tavola, pronti ad andare a riposare, Anemoee ringraziò per l’ennesima volta Re Éomer per averla ospitata alla sua tavola, poi si rivolse al suo Re.
“Sire Aragorn, se non avete nulla in contrario mi ritirerei per riposare qualche ora.”chiese Anemoee.
“Vai pure, riposa, domani sarà una lunga giornata.” concesse Aragorn.
“Grazie Mio Signore.” Chinò la testa in segno di rispetto, lo stesso fece con Faramir, poi si ricordò della roba rimasta nella sua stanza. “Sire Faramir, sono rimaste alcune mie cose nella vostra stanza, gradirei passare a raccoglierle prima di coricarmi.”
“Certo, ti accompagno.” Così si allontanarono verso le stanze al piano superiore, camminarono per un po’ in silenzio, ma fu lui il primo a parlare.
“Hai impressionato Re Éomer con tutte le tue chiacchiere.” Il tono era tranquillo, ma ad Anemoee apparve tanto come un accusa.
“Non era mia intenzione, Mio Signore, ho solo risposto alle sue domande.” rispose Anemoee un po' sulla difensiva.
“Perché non hai messo le vesti che ti ho mandato?” cambiò argomento Faramir.
“Perché sono vesti da donna!”
“Ma tu sei una donna!”
“No, Mio Sire, ne abbiamo già parlato, io sono un Amazzone, o un guerriero di Gondor se preferisce ora, nient’altro! Non avendo a mia disposizione panni puliti che indicassero il mio stato attuale ho preferito usare quelli vecchi, che sono stati puliti adeguatamente!”
Arrivarono alla stanza, Anemoee raccolse velocemente le sue cose, tra cui le sue armi che aveva lasciato nella stanza, per la prima volta Faramir vide l’albero bianco di Gondor sull’elsa della spada nera, non disse nulla ma ne rimase sorpreso, anche perché aveva visto Aragorn esaminarla.
Anemoee lasciò i vestiti che aveva preso a Faramir.
“Vi lascio gli abiti che vi ho rubato, Sire, sono sicura che domani riuscirò ad averne altri, Re Éomer mi ha assicurato che ne troverà o ne farà fare per me.” disse la donna dirigendosi alla porta.
“Puoi tenerli, per stanotte almeno, fa ancora freddo anche se siamo al chiuso, non so proprio come hai fatto a cena, così mezza nuda!”
“Per fortuna Re Éomer mi ha fatto sedere vicino al fuoco!” rispose lei sorridendo!
“Dove dormirai stanotte?” domando allora Faramir.
“Insieme a Beregond e gli altri, se li trovo…”
“Posso cederti la camera, ce ne sono molte altre.”
“No! Non è il caso, sono pari rango degli altri soldati il mio posto è con loro, non desidero trattamenti diversi, già la cena di questa sera è fin troppo, ma almeno avrò anch’io qualche storia da raccontare!!” Si mise la camicia sul suo corpetto e il mantello, in effetti stava rabbrividendo dal freddo.
“Storie??” Faramir era incuriosito dalla sua ultima affermazione.
“Sì! Beregond ne sa molte! Soprattutto sulla guerra all’Oscuro!” lei era pronta ad andarsene, non voleva disturbare oltre Sire Faramir. “Mio Signore, se non avete bisogno di altro io andrei.”
“Certo, buonanotte Anemoee.”
“Buonanotte Sire Faramir.” Si inchinò e usci dalla stanza, lasciando Faramir intento a chiedersi se mai avrebbe capito quella donna!n No Amazzone… no, no… quella era una donna, per quanto lei lo negasse, una donna molto particolare, ma pur sempre una donna e che donna, non aveva certo la bellezza delicata e quasi eterea di Éowyn eppure era molto diversa eppur sia molto bella.
Il viso di Faramir si rabbuiò quando si rese conto del paragone che aveva appena fatto.
Anemoee nel frattempo era tornata in strada dove si aggirò per qualche tempo in cerca degli altri soldati, ma non vi era più nessuno, a parte le sentinelle sui torrioni, si recò quindi alla stalla, dove fu accolta dal saluto di Tenebra, non appena vi mise piede dentro, arrivata al suo box lo aprì e vi entrò, la paglia era fresca e pulita, si stese in un angolino, si coprì bene col mantello, e si addormentò all’istante.

martedì 29 aprile 2008

18 - Prepararsi per la cena.

Anemoee era furiosa, aveva dovuto abbassare lei per prima lo sguardo, perchè qualunque cosa Faramir avesse detto, avrebbe sempre e comunque avuto ragione, era un suo superiore e ricordava bene la promessa fatta ad Aragorn. Sarebbe stata capace di stare al suo posto, anche se questa volta era andata molto vicino a essere impertinente, meriterebbe di essere punita comunque e se fosse veramente passata oltre non se lo sarebbe mai perdonato, ma proprio non aveva capito lo strano atteggiamento di Sire Faramir.
Quando si fu calmata un attimo, si guardò attorno, non aveva idea di dove stesse andato o di dove dovesse andare, anche perchè quando era uscita dalle stalle di Beregond e gli altri non c'era traccia e lei aveva preso una direzione qualsiasi pur di allontanarsi da lì. C’erano comunque parecchie persone lì attorno, uomini, donne e bambini, che la guardavano tutti incuriositi, tanto valeva approfittare della loro presenza per chiedere informazioni.
Anemoee vide un uomo che lavorava ad una fucina, sembrava stesse fabbricando dei ferri da cavallo, un fabbro.
“Scusate Signore, potete dirmi dove potrei trovare dell’acqua dove un viaggiatore possa lavarsi?” infatti si era resa conto di avere ancora le mani sporche di residui del sangue degli orchetti uccisi, oltre alla sporcizia accumulata nei giorni di viaggio anche se per la maggior parte passati sotto la pioggia, si sentiva sporca, i capelli che così corti non aveva mai avuto, appiccicati alla testa. Avrebbe dovuto pensare anche qualcosa per loro, perchè quando se li era tagliati nell'impeto di dare un taglio netto con la sua vita precedente per donarla a Sire Aragorn, non si era resa conto che così, non legati le erano finiti negli occhi un paio di volte quando si era scontrata con gli orchetti.
L’uomo interpellato, la guardò un attimo prima di rispondere, quella strana donna era decisamente più alta di lui, i capelli neri come le ali di un corvo, che le arrivano poco sotto le orecchie, lo sguardo nero, che lo osservava nonostante fosse gentile, lo metteva un po' a disagio, era decisamente un guerriero, anche se donna, ma poi vedendo il mantello nero si ricordò di un cavaliere con quel mantello arrivato insieme a Re Aragorn.
“Là più avanti c’è una vasca dove l’acqua viene incanalata dal fiume.” disse continuando a fissarla.
“Grazie.” Rispose, facendo un lieve inchino con la testa e si avviò verso la direzione indicata dove si trovò davanti ad un vascone di pietra, in cui l’acqua zampillava continua da una fontana, era pulita, ma aveva l’aria di essere assai gelida.
Vi immerse una mano, trattenne a stendo un gridolino, accorgendosi che molte persone si erano radunate li attorno ad osservarla, un po’ d’acqua ghiacciata non aveva mai fatto del male a nessuno o no?
Iniziò a togliersi di dosso l’arco e faretra, la spada, il pugnale e li posò a portata di mano, tolse il mantello ripiegandolo con cura e posandolo sopra le armi, poi iniziò a slacciare i lacci che tenevano stretto il suo vestito da amazzone sopra gli abiti rubati a Faramir.
Stava slacciandosi la camicia, quando una voce la fermò.
“Ma che stai facendo?” chiese Faramir, che stava arrivando di corsa, prima era andato a cercarla dove sapeva sarebbero stati alloggiati gli uomini della sua scorta e non avendola trovata lì era tornato sui suoi passi cercando e chiedendo in giro, visto che Anemoee non passava di certo inosservata aveva fatto presto a trovarla.
Anemoee si girò verso di lui alzando un sopracciglio.
“Ciò che mi avete ordinato…” poi aggiunse, “Mio Signore!”
“Hai intenzione di spogliarti dei tuoi vestiti e lavarti in quell’acqua gelida??!”chiese lui sempre più stupito.
“Certo, è da quando sono partita dal Regno delle Amazzoni che non mi lavo come si deve, se mi devo rendere presentabile il minimo che possa fare e fare un bagno, " ma poi si interruppe vedendo l'espressione del viso di lui," Perché?” chiese, stavolta il tono di Anemoee era davvero sorpreso, cosa c’era questa volta che non andava nelle sue azioni.
“Ti laverai davanti a tutta questa gente?” Faramir avrebbe voluto prenderla e scuoterla, ma che intenzioni aveva quella donna, ma poi si rese conto della sua totale e reale sorpresa alle sua domanda, come se fosse normale spogliarsi davanti ad altri, in quel momento si ricordò che lo aveva già fatto, davanti a lui e quando lui si era ripreso lei non si era minimamente scomposta.
“Perché? che problema c’è?? Mi faccio solo un bagno!” il tono ora era esasperato quasi quanto quello di Faramir.
La gente li stava fissando sempre più incuriositi e qualcuno aveva iniziato a ridere, capendo cosa quella strana donna avesse intenzione di fare, Faramir se ne accorse, raccolse velocemente la roba di Anemoee, la prese per una mano e senza aggiungere altro la trascinò via di lì!
Senza fermarsi per strada, senza proferir parola la portò in quella che era la sua camera, ogni volta che si recava in visita a Edoras, come previsto vi era già una vasca piena di acqua fumante, posò la roba di Anemoee sul letto.
“Questa è la mia stanza, ma posso cedertela per farti un bagno come si deve e non di fronte a tutto il popolo di Rohan.” disse guardandola, ancora una volta indeciso se doveva rimproverarla ancora o se era meglio lasciala in pace per questa volta.
Anemoee che si era lasciata trascinare, senza una parola, perché non aveva idea di come comportasi con quell’uomo, questa volta non riuscì a non chiedere.
“Mi potete dire cosa ho combinato questa volta??” domandò lei, vedendo che lui non rispondeva insistette; "Mio Signore?? io cosa ho sbagliato??"
“Proprio non capisci?” rispose lui.
“No!” disse allargando le braccia con fare sconsolato.
“Non poi fare il bagno nuda davanti a tutti! Non si fa!”
“Ma da noi..”
“Non sei più nella tua terra, cerca di mettertelo in testa!” disse Faramir esasperato, quella donna lo faceva impazzire, era più dura e più forte di tanti guerrieri, eppure a volte sembra una bambina, uscì dalla stanza, lasciandola sola, andò a cercare qualche servitore che potesse portale dei vestiti puliti e un'altra stanza e un altro bagno per lui.
Anemoee rimase un pezzo a fissare la porta chiusa, poi scuotendo la testa, mormorò un ”Bah… Uomini!! Ecco perchè le Amazzoni sono tutte donne!!” Continuò quindi quello che aveva iniziato fuori, certo a parte la discussione con Faramir, per tutto il resto c’era stato un netto miglioramento, l’acqua calda era decisamente invitante, vi entrò e una volta completamente a mollo si lasciò andare con un sospiro soddisfatto contro i bordi di legno.
Aveva appena iniziato a lavarsi usando il sapone trovato accanto alla tinozza, quando sentì un lieve bussare alla porta.
“Avanti!” disse senza esitazione.
“Mia Signora, Sire Faramir mi ha chiesto di portale dei vestiti puliti…” una ragazza dai lunghi capelli biondi entrò timidamente nella stanza.
“Grazie, lasciali pure lì!”
“Avete bisogno di aiuto? Per lavarvi e vestirvi?” domando compostamente la giovane.
“No, grazie vai pure!” La ragazza allora uscì chiudendosi la porta alle spalle, Anemoee non aveva mai amato, essere lavata e vestita, dai sottoposti, lo evitava quando era il Comandante della casa di Anur, non avrebbe certo cominciato ora che era solo una guerriera di Gondor.
Uscì dall’acqua quando ormai era fredda, si asciugò velocemente, guardò i vestiti che le erano state portati, vide che era uno di quelle cose che aveva visto indosso alle donne nel villaggio, strati e strati di stoffa. No! Non facevano proprio per lei, pulì accuratamente il suo vestito di cuoio, se lo rimise senza aggiungere sotto gli abiti presi 'in prestito' a Faramir, strappandogli però gli emblemi di Comandante delle Casa di Anur, è vero, non era più nella sua terra, ma questo era comunque il suo modo di considerasi presentabile, che dicesse qualcosa Sire Faramir, lei non avrebbe mai indossato quelle ingombranti vesti! Che le mettesse lui se tanto gli piacevano!!
Quando fu pronta uscì dalla stanza per trovarvi la ragazza che le aveva portato le vesti, la guardò sorpresa.
“Mia Signora… ma i vestiti…” chiese la giovane di Rohan.
“Non ti preoccupare, vanno bene questi!” Rabbrividì leggermente mentre usciva dalla stanza, anche dentro il palazzo, il clima non era proprio il più adatto per il suo abbigliamento, ma era una cosa che andava fatta e non si sarebbe tirata indietro; qualcuno doveva ancora capire a fondo qualcosa!

lunedì 28 aprile 2008

17 - Discussioni e altro...

I tre Uomini, Aragorn, Faramir e Éomer si guardarono l’un l’altro, sul volto una profonda preoccupazione, avevano imparato bene a diffidare delle cose strane che accadevano, e tutto ciò era molto strano, la mente di ognuno andò ad un unico nome, che spesso aveva progettato nell’ombra, ma sempre per il bene della Terra di Mezzo, questo sembrava tanto un suo scherzo, il riunirli tutti al momento in cui accadeva qualcosa, ma sapevano tutti che Gandalf si era recato ormai ai Rifugi Oscuri.
“Che fosse un modo per tendere una trappola ad Aragorn?” domandò Faramir quasi più a se stesso.“Una trappola e poi l’incontro con Anemoee alla luce dei fatti, appare quasi sospetto!!”
“Però ricorda che è stata lei a fare in modo che quella trappola non si richiudesse e poi…” ma si fermò, non voleva dar voce ai suoi pensieri sulle reali origini della ragazza, non era ancora pronto e prima di tutto ne voleva essere sicuro, una spada non significava nulla, chiunque poteva portare una spada con l'emblema di Elendil, persino un nemico, c'erano altri segni che doveva trovare e altre conferme, "Tu Faramir l'hai guardata negli occhi quando mi ha giurato fedeltà e tu sai leggere l'animo delle persone e dicesti che era sincera."
"Sì è vero, io l'ho trovata sincera." confermò Faramir ripensando a quel momento, di solito su queste cose lui non si sbagliava mai.
“Ma ora siamo stanchi e affamati, la notte avanza, direi di riposare e rifocillarci, domattina sicuramente ragioneremo meglio.” intervenne nuovamente Aragorn.
“Aragorn ha ragione, che ne dite di una bella cena reale??” chiese agli altri due cercando di risollevare un po' l'umore cupo che si era creato; ” e vi prego portate con voi questa Anemoee, sono proprio curioso di conoscerla.”
"Come desideri Sire, ricorda solo di non vedere troppo in lei una donna, è un guerriero dalla cima della testa alla punta dei piedi e dei più duri!" lo ammonì bonariamente Aragorn.
"Lo rammenterò!" promise il Re di Rohan.
"Allora la andremo a chiamare, sicuramente la nostra scorta sarà ancora alle stalle." acconsentì Aragorn.


Aragorn e Faramir trovarono gli Uomini della loro scorta effettivamente nella stalle, tutti intenti ad ascoltare le storie di Beregond, Anemoee compresa, ella era emozionata, essendo la prima volta che le ascoltava, dalle gesta eroiche compiute da quegli Uomini, Elfi, Nani e donne, aveva così appreso la storia di Éowyn, la moglie di Faramir, che come aveva capito parlando con lui, era morta, lei aveva ucciso il Capitano dei Nazgùl, lei aveva combattuto la guerra con l’Oscuro ed era morta in tempo di pace, Anemoee era incuriosita da Éowyn.
“Beregond per favore,parlami ancora di…” stava chiendendo Anemoee al suo nuovo amico, ma questa volta non finì la domanda, una delle tante che non aveva risparmiato a Beregond, perché vide entrare nelle stalle Aragorn e Faramir, così si bloccò, distogliendo lo sguardo quasi con aria colpevole, si sentiva, ora che erano lì, come un’intrusa che curiosasse nella loro vita.
Faramir, sempre attento agli atteggiamenti delle persone, se ne accorse e ne rimase quasi stupito, perché non gli era ancora capitato di vederla, quasi intimidita, le parole scambiate con Re Éomer poco prima lo fecero insospettire, che stava nascondendo quella strana donna??
“Che state combinando qui?” chiese in tono più duro di quanto in realtà fosse necessario.
Tutti i soldati si alzarono di scatto, Anemoee invece se la prese più comoda, il suo tono arrogante, le aveva fatto dimenticare il senso di colpa nei loro confronti, incrociò i suoi occhi, lo sguardo tornato fermo e fiero.
“Ci stiamo riposando Mio Signore.” Disse con voce, tranquilla, anche se gli occhi neri, dichiaravano tutt’altro. “I cavalli sono a posto e rifocillati, i bagagli sono lì,” disse indicando con la testa le borse appoggiate in un angolo, “In attesa di sapere dove devono essere portati!”
“Bene!” disse Faramir ancora duro, le si avvicinò, senza mai staccare il contatto dei loro occhi, a lui pareva di osservare una fiera, e che se avesse perso di vista quegli occhi, ne sarebbe stato sbranato!
“Beregond, voi potete andare! Quel soldato di Rohan vi mostrerà i vostri alloggi!” I soldati non se lo fecero ripetere due volta, avevano ammirato il coraggio della loro nuova amica nell’affrontare il rimprovero ingiusto, ma avendo più esperienza con gli umori di Faramir, soprattutto da quando Dama Éowyn era venuta a mancare, se la filarono in fretta; Aragorn invece sorridendo, si era appoggiato ad una colonna della stalle curioso di vedere come sarebbe finito quello scontro di volontà; certo Faramir avrebbe avuto la meglio, essendo un superiore della ragazza, ma lei non lo avrebbe lasciato vincere tanto facilmente.
“E tu Anemoee figlia di Anear, sei stata convocata davanti a Re Éomer, per cena, sei pregata di renderti presentabile!”
“Certo Mio Signore, farò del mio meglio!”
Si guardarono ancora per un po’, poi Anemoee, consapevole di quale fosse il suo posto, distolse lo sguardo, raccolse la sua roba e uscì dalla stalla.
“Sei stato un po’ duro.” Disse piano Aragorn che non aveva ancora perso il sorriso.
“Duro??” Faramir lo guardò, mentre un sorriso si allargava anche sul suo volto. “Quella è più dura di me e te messi insieme, non la scalfisce niente!”
“Già!! Forza andiamo a renderci presentabili anche noi!!” detto questo Aragorn si avviò al palazzo, dove il suo bagaglio e quello di Faramir veniva portato da uno scudiero di Rohan, ma poi Faramir sulla porta della stalla si bloccò.
“Forse meglio che vada a vedere come Anemoee ha intenzione di rendersi presentabile!!” disse Faramir con un tono tra il preoccupato e il divertito, si allontanò nella direzione presa dalla ragazza.
Aragorn lo seguì con lo sguardo, una lieve speranza nacque nel suo cuore, la speranza che il suo caro amico potesse trovare un nuovo motivo per vivere la vita.

domenica 27 aprile 2008

16 - Edoras


I seguenti tre giorni il cammino non furono disturbato da nessun genere di attacchi, ma comunque tennero un passo più rapido di quello tenuto prima dell'attacco, inoltre era ripreso a piovere, questo rendeva l’atmosfera ancora più cupa e silenziosa, dopo l'agguato imprevisto degli orchetti, le conversazioni erano ridotte al minimo indispensabile, l'attenzione era rivolta a tutto quel che li circondava e ognuno se ne rimaneva chiuso nei proprio pensieri, proprio come si stringevano nei propri mantelli.
Verso la sera del terzo giorno arrivarono finalmente ad Edoras, il villaggio era tranquillo e quando lo attraversarono per arrivare al palazzo del Re, Meduseld, gli abitanti uscirono per vedere chi fossero i visitatori e quando riconobbero Aragorn, lo salutarono con entusiasmo e felicità; Aragorn ricambiò i saluti, chiamando molte persone per nome, perché molti di essi avevano combattuto al suo fianco sia al Fosso di Elm che nella piana di fronte a Minas Tirish, Anemoee fu sorpresa dell’affetto dimostrato dal popolo di un altro Re ad Aragorn.
Arrivati al cortile, i soldati di Aragorn si fermarono, il loro Sire e il Sovraintendente affidarono loro i cavalli e si allontanarono verso l’edificio principale, Anemoee si fermò con loro aiutandoli con gli animali, un uomo di Rohan, indicò loro dove sistemarli, Anemoee aveva iniziato a famigliarizzare con i sei Uomini della scorta di Aragorn, Adelan, Semnai, Terenan, Silman, Dulang e Beregond, anche perché tutti loro avevano avuto la possibilità di vedere con i propri occhi cosa voleva dire avere con sé un Amazzone e l’avevano presa subito in simpatia.
Soprattutto Beregond, che era direttamente sotto le dipendenze di Faramir e che le raccontò molto della Grande Guerra contro l’Oscuro Signore, parlandogli dei vari ruoli avuti dai protagonisti, Anemoee ascoltava attentamente, anche perché le erano sempre piaciute le storie, e queste ben sapendo che erano reali e avevano come protagonisti anche il suo Re e Faramir, ne era maggiormente attratta.
Così una volta sistemati i cavalli, tutti e sette si sedettero a riposare sui depositi di fieno e paglia, mentre Anemoee chiedeva ancora una volta di poter ascoltare qualche storia e Beregond non si tirava certo indietro, il suo pezzo forte era la parte che lui stesso aveva avuto nel salvataggio del suo padrone e gli altri ascoltavano rapiti anche quelli che quella storia l'avevano già sentita più e più volte.

Aragorn e Faramir intanto raggiunsero la sala del trono, dove Re Éomer stava parlando con alcuni suoi uomini, quando li vide entrare si alzò, andando loro in contro, con un sorriso felice sul volto.
“Amici miei!!” abbraccio prima Aragorn e poi Faramir che risposero con affetto, “E’ un piacere avervi qui!” si interruppe un attimo e poggiò una mano sulla spalla di Faramir. “Fratello!”
Faramir non rispose al saluto, perché aveva un groppo in gola che gli bloccava la voce, imitò il gesto di Éomer, era la prima volta dalla morte di Éowyn che tornava ad Edoras, Aragorn si ritirò un attimo in disparte lasciando soli i due uomini soli con il loro dolore, poteva solo immaginare cosa provassero e lo rispettava.
Il primo a riprendersi fu Faramir.
“Mio Signore, vogliamo parlare del perchè siamo qui?”
“Certo.” Disse “Ma vi prego, sedetevi sarete stanchi, dopo il lungo viaggio, avete incontrato problemi lungo la strada?”
“In effetti sì, a parte uno strano incontro da cui abbiamo guadagnato un attimo guerriero, ci siamo imbattuti in un gruppo di orchetti, che non ci hanno causato gravi problemi, ma la cosa ci ha un po’ sorpresi.” Spiegò Aragorn che poi raccontò dettagliatamente come si erano svolti i fatti, omettendo la parte riguardante i vestiti rubati a Faramir.
“Un’amazzone??” chiese incuriosito, “Mi piacerebbe conoscerla più tardi, ma ora abbiamo altre cose di cui parlare, l’incursione che avete subito voi, non è stata l’unica che si è verificata negli ultimi tempi nelle terre di Rohan, bande di orchetti e di altri malfattori si aggirano per queste terre, rubando, bruciando e uccidendo. Certo era una cosa che mi aspettavo, ma a guerra finita, non ora dopo quattro anni dalla sconfitta di Sauron. Sapevo che i superstiti degli eserciti neri erano andati a nord, erano tornati alle loro terre, ma ora perché tornano a saccheggiare nella Terra di Mezzo??”
“Che qualcuno li stia radunando di nuovo?” domandò Faramir.
“Difficile… solo un personaggio potente come Sauron potrebbe farlo, ormai egli è distrutto e per sempre questa volta! Sembrano troppo distaccati gli uni dagli altri, si mettono in gruppi per avere più possibilità di riuscita nelle loro scorribande, ma per il resto sembrano non collaborare, è come se fossero stati scacciati dalle loro terre.”
Aragorn era rimasto in silenzio, la cosa di cui parlavano, erano gravi, ma ciò non spiegava appieno il motivo del richiamo urgente fatto da Éomer per farli venire lì.
Éomer… perché ci hai fatto chiamare con tanta urgenza?” chiese alla fine Aragorn sempre più preoccupato.
Il Re di Rohan lo guardò con aria sorpresa.
“Fatto chiamare?? Io non vi ho chiamato, ho ricevuto un tuo messaggio che annunciava un tuo prossimo arrivo e che c’erano gravi questioni da discutere faccia a faccia.” Éomer guarò il suo amici sorpreso
“Non ti ho mai inviato un messaggio del genere, non ho neanche inviato un messaggio per avvertirti che saremmo partiti presto!” ribatté Aragorn.
“Che significa tutto ciò?” domando Faramir ormai preoccupato più di quanto non lo fosse stato fino ad allora!