domenica 27 aprile 2008

16 - Edoras


I seguenti tre giorni il cammino non furono disturbato da nessun genere di attacchi, ma comunque tennero un passo più rapido di quello tenuto prima dell'attacco, inoltre era ripreso a piovere, questo rendeva l’atmosfera ancora più cupa e silenziosa, dopo l'agguato imprevisto degli orchetti, le conversazioni erano ridotte al minimo indispensabile, l'attenzione era rivolta a tutto quel che li circondava e ognuno se ne rimaneva chiuso nei proprio pensieri, proprio come si stringevano nei propri mantelli.
Verso la sera del terzo giorno arrivarono finalmente ad Edoras, il villaggio era tranquillo e quando lo attraversarono per arrivare al palazzo del Re, Meduseld, gli abitanti uscirono per vedere chi fossero i visitatori e quando riconobbero Aragorn, lo salutarono con entusiasmo e felicità; Aragorn ricambiò i saluti, chiamando molte persone per nome, perché molti di essi avevano combattuto al suo fianco sia al Fosso di Elm che nella piana di fronte a Minas Tirish, Anemoee fu sorpresa dell’affetto dimostrato dal popolo di un altro Re ad Aragorn.
Arrivati al cortile, i soldati di Aragorn si fermarono, il loro Sire e il Sovraintendente affidarono loro i cavalli e si allontanarono verso l’edificio principale, Anemoee si fermò con loro aiutandoli con gli animali, un uomo di Rohan, indicò loro dove sistemarli, Anemoee aveva iniziato a famigliarizzare con i sei Uomini della scorta di Aragorn, Adelan, Semnai, Terenan, Silman, Dulang e Beregond, anche perché tutti loro avevano avuto la possibilità di vedere con i propri occhi cosa voleva dire avere con sé un Amazzone e l’avevano presa subito in simpatia.
Soprattutto Beregond, che era direttamente sotto le dipendenze di Faramir e che le raccontò molto della Grande Guerra contro l’Oscuro Signore, parlandogli dei vari ruoli avuti dai protagonisti, Anemoee ascoltava attentamente, anche perché le erano sempre piaciute le storie, e queste ben sapendo che erano reali e avevano come protagonisti anche il suo Re e Faramir, ne era maggiormente attratta.
Così una volta sistemati i cavalli, tutti e sette si sedettero a riposare sui depositi di fieno e paglia, mentre Anemoee chiedeva ancora una volta di poter ascoltare qualche storia e Beregond non si tirava certo indietro, il suo pezzo forte era la parte che lui stesso aveva avuto nel salvataggio del suo padrone e gli altri ascoltavano rapiti anche quelli che quella storia l'avevano già sentita più e più volte.

Aragorn e Faramir intanto raggiunsero la sala del trono, dove Re Éomer stava parlando con alcuni suoi uomini, quando li vide entrare si alzò, andando loro in contro, con un sorriso felice sul volto.
“Amici miei!!” abbraccio prima Aragorn e poi Faramir che risposero con affetto, “E’ un piacere avervi qui!” si interruppe un attimo e poggiò una mano sulla spalla di Faramir. “Fratello!”
Faramir non rispose al saluto, perché aveva un groppo in gola che gli bloccava la voce, imitò il gesto di Éomer, era la prima volta dalla morte di Éowyn che tornava ad Edoras, Aragorn si ritirò un attimo in disparte lasciando soli i due uomini soli con il loro dolore, poteva solo immaginare cosa provassero e lo rispettava.
Il primo a riprendersi fu Faramir.
“Mio Signore, vogliamo parlare del perchè siamo qui?”
“Certo.” Disse “Ma vi prego, sedetevi sarete stanchi, dopo il lungo viaggio, avete incontrato problemi lungo la strada?”
“In effetti sì, a parte uno strano incontro da cui abbiamo guadagnato un attimo guerriero, ci siamo imbattuti in un gruppo di orchetti, che non ci hanno causato gravi problemi, ma la cosa ci ha un po’ sorpresi.” Spiegò Aragorn che poi raccontò dettagliatamente come si erano svolti i fatti, omettendo la parte riguardante i vestiti rubati a Faramir.
“Un’amazzone??” chiese incuriosito, “Mi piacerebbe conoscerla più tardi, ma ora abbiamo altre cose di cui parlare, l’incursione che avete subito voi, non è stata l’unica che si è verificata negli ultimi tempi nelle terre di Rohan, bande di orchetti e di altri malfattori si aggirano per queste terre, rubando, bruciando e uccidendo. Certo era una cosa che mi aspettavo, ma a guerra finita, non ora dopo quattro anni dalla sconfitta di Sauron. Sapevo che i superstiti degli eserciti neri erano andati a nord, erano tornati alle loro terre, ma ora perché tornano a saccheggiare nella Terra di Mezzo??”
“Che qualcuno li stia radunando di nuovo?” domandò Faramir.
“Difficile… solo un personaggio potente come Sauron potrebbe farlo, ormai egli è distrutto e per sempre questa volta! Sembrano troppo distaccati gli uni dagli altri, si mettono in gruppi per avere più possibilità di riuscita nelle loro scorribande, ma per il resto sembrano non collaborare, è come se fossero stati scacciati dalle loro terre.”
Aragorn era rimasto in silenzio, la cosa di cui parlavano, erano gravi, ma ciò non spiegava appieno il motivo del richiamo urgente fatto da Éomer per farli venire lì.
Éomer… perché ci hai fatto chiamare con tanta urgenza?” chiese alla fine Aragorn sempre più preoccupato.
Il Re di Rohan lo guardò con aria sorpresa.
“Fatto chiamare?? Io non vi ho chiamato, ho ricevuto un tuo messaggio che annunciava un tuo prossimo arrivo e che c’erano gravi questioni da discutere faccia a faccia.” Éomer guarò il suo amici sorpreso
“Non ti ho mai inviato un messaggio del genere, non ho neanche inviato un messaggio per avvertirti che saremmo partiti presto!” ribatté Aragorn.
“Che significa tutto ciò?” domando Faramir ormai preoccupato più di quanto non lo fosse stato fino ad allora!

1 commento:

Sean MacMalcom ha detto...

Ammetto di non ricordare più nulla di questo colpo di scena... sono curioso ora!!! O.o