giovedì 15 maggio 2008

31 - Dentro la città.

Ad un certo punto, mentre continuavano a guardare le mura della città, si udirono suonare dei corni.
“Direi che ci hanno avvistato!! E’ ora di tornare a casa!” disse Aragorn, così al passo si avviarono verso il grande cancello che distava ancora qualche lega.
Quando giunsero poco lontano dal cancello esso si aprì, quindi entrarono in città, Aragorn in testa a tutti, con Faramir da una parte e Gimli e Legolas dall’altra, Anemoee li seguiva in sella a Tenebra, che sembrava essere cresciuto di almeno il doppio tanto si teneva in tiro, collo inarcato, manteneva un trotto saltellante, era come se cercasse di mettersi in mostra di fronte a tutta quella gente che si radunava per strada per salutare il loro amato Re.
Anemoee si teneva solo un passo più avanti rispetto agli altri soldati, avrebbe voluto stare in mezzo a loro, ma Beregond e gli altri, anche se istruiti di non divulgare ciò che avevano scoperto durante il viaggio, non poterono fare a meno di mostrare comunque deferenza verso la sorella di Re.
Tutti erano felici per il ritorno del Re e Anemoee poté vedere l’amore che quelle persone provavano per il loro sovrano, ma li comprendeva appieno, lei lo conosceva da poco tempo ma già lo amava con tutta se stessa, era un uomo eccezionale, non prestarono troppa attenzione a lei, perché era avvolta nel nero mantello con il cappuccio alzato, al massimo guardavano Tenebra, che impressionava tutti con la mole e la grazia con cui si muoveva.
I pochi che la guardarono con curiosità non chiesero o dissero nulla che non fossero esclamazioni di gioia per il ritorno del Re, salirono al passo tutte le curve che portavano al palazzo, alcuni stallieri arrivarono per occuparsi dei cavalli, ma quando si avvicinarono a Tenebra, questi recalcitrò violentemente.
“Lasciate, me ne occuperò personalmente basterà che mi facciate vedere dove sono le stalle.” Disse Anemoee agli stallieri mentre smontava dallo stallone, calmandolo con dolci parole della sua lingua.
Faramir che era un po’ più avanti si volse verso Aragorn.
“Tu va, ci penso io ad Anemoee, l’accompagno alle stalle e poi te la porto su. Tu vai pure da Dama Arwen!!” gli sorrise comprensivo, poteva immaginare la voglia che avesse di riabbracciare sua moglie, anche lui, nonostante fosse passato del tempo, sentiva ancora terribilmente la mancanza di Éowyn.
Aragorn ricambiò il sorriso, comprendendo la sua espressione triste, il ritorno a casa, quando non c’era qualcuno che ti attendeva era molto deprimente, stava per chiedere a Legolas e Gimli di accompagnare Faramir e Anemoee, quando una improvvisa intuizione lo fece trattenere, per poi parlare in modo diverso.
Legolas, Gimli, vi prego accompagnatemi da Dama Arwen.”
I due amici si diressero verso di lui senza esitazione, mentre Anemoee seguiva Faramir e gli altri cavalli verso le stalle.
Anemoee sistemò Tenebra in un box e gli diede da mangiare, raccomandò agli stallieri di non avvicinarsi mai al cavallo, parole sottolineate dagli ordini di Faramir.
“Grazie.” Disse semplicemente, era tornato al tono deferente e tranquillo a cui ormai si erano abituati, “E’ molto importante che Tenebra stia bene e non combini guai, pensi che se glielo chiedessi Aragorn mi permetterebbe di lasciarlo libero nei prati attorno a Minas Tirish??”
“Non credo che ci saranno problemi se pensi che Tenebra non combinerà guai fuori libero!!”
“No, non dovrebbe.” Accarezzò il muso dell’animale, poi lo lasciò mangiare in pace, anche lui aveva diritto al riposo, chissà forse ne avrebbe avuto molto di tempo se il suo incontro con le cacciatrici fosse andato male.
Faramir…” disse come se le fosse venuta in mente una cosa all’improvviso.
“Sì?” la guardò sapendo già che gli avrebbe chiesto qualcosa e che non le costava poco farlo.
“So che tu hai dimestichezza nel trattare anche con animali difficili…”
“E’ vero…”confermò lui tranquillo.
“Fra qualche giorno dovrò affrontare una prova, che non sarà sicuramente semplice da superare, se mi dovesse capitare qualcosa potrei chiederti di occuparti di lui, magari se ritieni che sia troppo complicato, potresti liberarlo da qualche parte dove possa vivere tranquillo e selvaggio.” chiese in fine Anemoee.
Faramir la guardò a lungo senza parlare, ma lei evitava il suo sguardo, era la prima volta che accadeva una cosa simile, egli intuì comunque che lo scontro che la attendeva non sarebbe stato semplice e che non era del tutto sicura di sopravvivere eppure era convinto che Anemoee non avesse neanche lontanamente pensato ad un modo per evitarlo.
“Dovresti chiederlo a Éomer… “ lo disse quasi senza pensarci, ma come gli uscirono le parole di bocca subito se ne pentì, anche vedendo la sua reazione, Anemoee gli voltò le spalle, tornado a guardare Tenebra.
“Certo, non ti preoccupare appena lo rivedrò glielo chiederò!” replicò lei a bassa voce.
Anemoee…” gli posò una mano sulla spalla, costringendola lentamente a voltarsi, “Scusami, non so perché ho detto una stupidaggine del genere. Se ti dovesse succedere qualcosa, sarà mia premura pendermi cura di Tenebra, te lo prometto, anche se sono sicuro che la mia promessa sarà nulla, perché so che tu vincerai quella sfida, ne sono più che convinto.” Le aveva posato entrambe le mani sulle spalle, ora erano uno di fronte all’altro, si guardavano negli occhi, cercando di capire quanto più potevano l’uno dell’altra.
“Non sei obbligato a farlo.” chiarì lei, non del tutto convinta.
“Lo so! Lo faccio perché…” iniziò lui interrompendosi.
“Dimmi perché lo fai??” chiese Anemoee incuriosita.
“Lo faccio per te!” disse con semplicità lui e a quel punto Anemoee non seppe più che ribattere e rimase in silenzio, tanto che fu Faramir ad interromperlo di nuovo.
“Forse è meglio andare, Aragorn ci starà aspettando!” Anemoee approfittò di quelle parole per allontanarsi da lui, quell’uomo stava avendo uno strano effetto su di lei, un effetto che ad Anemoee non piaceva affatto.
“Sì è meglio andare!” si affrettò ad uscire dalle stalle, seguita da Faramir che si sentiva anche lui molto strano, come quando a Gran Burrone quasi inconsciamente le aveva fatto quella lieve carezza sulla guancia e come allora un senso di colpa lo attanagliò, non poteva veramente pensare ad un'altra donna che non fosse Éowyn e poi Anemoee non era una donna come tutte le altre, ma forse era proprio quello che lo attirava come una falena la luce?? E probabilmente correva lo stesso rischio di bruciarsi.

mercoledì 14 maggio 2008

30 - Finalmente a casa


Il mattino dopo il loro arrivo la giornata si presentò fredda e uggiosa, nel cielo correvano nuvole cariche di pioggia, Éomer offrì loro alloggio ancora per qualche giorno, ma tutti parevano volersi muovere il più velocemente possibile anche se uno solo poteva veramente decidere e fu l’unico che parlò.
“Ti ringrazio, Éomer amico e fratello, ma devo tornare, non mi sento tranquillo. Qualcosa sta montando contro di noi, e non sarà semplice da combattere, preparati e prepara i tuoi uomini, presto ci sarà di nuovo la guerra!!” disse Aragorn all'offera di Éomer.
“Saremo pronti!” ribbatè il Re di Rohan, quindi si abbracciarono, la compagnia di Gondor infine partì.
Anche questo fu un viaggio tranquillo e rapido,intrapresero infatti la via più veloce quella che costeggiava a nord i Monti Bianchi, quella che avevano preso Gimli e Legolas e che aveva permesso loro di raggiungerli a Edoras prima che ripartissero per Gran Burrone.
Quando passarono vicino a Calenhad, Gimli guardò verso sud, lui e Legolas cavalcavano a fianco di Anemoee.
"All'andata voi, avere attraversato la porta di Erech, vero?" chiese il Nano all'Amazzone.
"Sì, quello stretto passaggio dove hanno tentato l'imboscata ad Aragorn." Confermò Anemoee.
"Brutti ricordi mi rammentano quelle colline! Una volta non era così il passaggio, quattro anni fa era completamente diverso! Ed è causa vergona per me!" aggiunse Gimli, piombando poi in un silenzio tetro.
Anemoee vedendo che il Nano non dava altre spiegazioni, guardò Legolas con fare interrogativo.
"La Porta di Erech, una volta era il Sentiero dei Morti, che durante la Guerra dell'Anello, quella che è stata ribattezzata in seguito la Grigia Compagnia, composta da noi due e ovviamente Aragorn e i suoi Dùnedain, lo ha attraversato, chiamando a i morti, ora che i morti non sono più in quei luoghi, perchè hanno assolto i loro compiti, il paesaggio è cambiato notevolmente, non esiste più la porta che porta sottoterra, non esiste più la galleria, ora tutto è aperto e tranquillo!" alla fine anche l'Elfo si fermo perso nei ricordi, lasciando Anemoee con più domande inespresse che risposte.
Dopo diversi giorni di viaggio Anemoee poté finalmente vedere per la prima volta in vita sua Le Bianche Torri di Minas Tirish, la città dei suoi padri, i segni della guerra si vedevano ancora, anche da lontano, ma c’erano parecchie persone che vi stavano lavorando.
“Ora la vedi ancora sottosopra, ma presto il lavoro sarà completato e risplenderà come un tempo.” Gimli, parlava orgoglio, era lui infatti colui che dirigeva i lavori di ricostruzione.
Di sicuro ora i cancelli splendevano al sole pallido che aveva accompagnato il loro ultimo giorno di viaggio, Anemoee fermò Tenebra, e rimase a rimirare per qualche minuto, quella che sarebbe divenuta la sua città, si sentiva emozionata, come non le capitava da molti anni, era quasi spaventata, anche se esternamente il suo sguardo era impassibile come sempre, ma i suoi compagni di viaggio non erano persone normali, potevano scrutare in profondità gli animi e quasi nulla rimaneva nascosto.
Aragorn si avvicinò alla sorella, gli posò una mano sulla spalla.
“Bentornata a casa sorellina!!”
Aragorn…”
“Dimmi…”
“Credo che sia meglio che la mia discendenza rimanga nascosta…”
Anemoee…” cercò di intervenire lui, ma lei lo interruppe alzando una mano.
“So cosa stai per dirmi, la mia discendenza non comporta solo onori, ma anche oneri. Ma prima di poterla dichiarare devo risolvere la questione con le Amazzoni. Se vincerò allora sarò pronta a prendere sulle spalle le mie responsabilità,ma fino ad allora non sono altro che Anemoee: Amazzone rinnegata.”
Aragorn!! Non poi permettere che combatta!!” Faramir intervenne deciso nella conversazione.
Faramir ha ragione.” Legolas diede man forte all’amico, aveva parlato molto durante il viaggio con la donna, aveva imparato a conoscerla ed apprezzarla, “A Edoras hanno detto che quattro Amazzoni la cercavano, quattro contro uno?? Sarebbe ingiusto!”
“Signori, di questo potremmo discutere una volta seduti nel Salone…”
“NON C’E’ NULLA DA DISCUTERE!!” intervenne dura Anemoee, tutti si girarono a guardarli, sorpresi, era la prima volta che parlava così duramente con loro, gli occhi neri erano taglienti come la lama che portava alla cinta, “Questa è una cosa che devo fare, non che voglio, ma che DEVO fare, altrimenti la vita vissuta fino ad ora sarebbe solamente una bugia e la futura una continua fuga. No! Che sia chiaro a tutti, ho promesso di combattere davanti a Sire Aragorn e manterrò la promessa fatta, se lui manterrà la sua!” per la prima volta i presenti videro anche nell’aspetto e nel portamento il sangue che scorreva nelle vene di Anemoee, la discendenza di Isildur, dei grandi Re si mostrava loro, fiera e gelida.
Anemoee li guardò ad uno ad uno, due Uomini, un Nano ed un Elfo che aveva imparato ad amare, e che per ognuno di loro avrebbe dato la vita, ma se voleva avere una nuova vita, sapeva che doveva concludere quella vecchia.
“Ho avuto modo di vedere che le donne nel vostro paese non vengono prese troppo in considerazione, ma non fatevi ingannare dal mio aspetto, io non sono una donzella d’arme!!” Pronunciando quelle parole il suo sguardo si fissò intensamente in quello grigio di Faramir. “ Io sono un’Amazzone, allevata per andare in battaglia, non combatto per amore della gloria, non aspiro a morire in una guerra per essere ricordata come un eroe, lo faccio perché necessario, ora ho solo cambiato paese e Re, ma la mia vita sarà quella di prima, sono un Guerriero e tale rimarrò! Devo concludere con la mia vecchia vita, per avere una possibilità nella nuova di servire degnamente il mio Re ed è ciò che farò!”
Stava eretta sul suo cavallo, la sua statura già molto alta per una donna, pareva essere aumentata e Tenebra sentendone il tono severo sbuffava battendo il piede a terra come per sottolineare le parole della sua padrona.
Per un po’ nessuno si mosse o fiatò, ma alla fine a rispondere fu l’unico che ne aveva veramente il diritto, la risposta fece sorprendere i componenti della compagnia ancora più delle dure parole di Anemoee.
“Perdonami sorella!” parlò infine Aragorn, “Stavo facendoti un profondo torto anche solo considerando l’idea di proporti di sottrarti alla sfida, in quanto a Minas Tirish saresti protetta. Se nella città troveremo le Amazzoni, allora le affronterai nella piazza dell’Albero Bianco, di fronte a me e al tuo futuro popolo!! Alla fine del duello, tutti sapranno chi sei!” disse in tono deciso, chinando il capo di fronte alla sorella e un altro aspetto della personalità dalle mille sfaccettature dell’Amazzone di presentò loro, dopo lo sfogo duro e accorato, un ampio sorriso si aprì sulle sue labbra.
“Sembri piuttosto sicuro di come andrà a finire questo duello!!” disse con voce dolce, che lasciava trasparire l’affetto per il fratello.
“Sei mia sorella!! Nessuno può batterti… a casa tua!”
“Ah sì?? Bene allora non credi sia giunta l’ora di mostrarmela questa casa!!”

martedì 13 maggio 2008

29 - Si parte verso casa.

Le ore passavano lente, mentre le leghe venivano divorate mentre i cavalieri proseguivano il loro viaggio, sotto un cielo carico di nuvole ostili; si parlava poco per il momento, ognuno impegnato a pensare a ciò che era successo in quel viaggio, tra quello che avevano scoperto a Gran Burrone e a quello che tutto ciò avrebbe comportato.
Nel pomeriggio i raggi di un pallido sole fecero finalmente capolino, rallegrando un po’ gli animi, Éomer e Anemoee aprivano la fila, stavano parlando di cavalli, a quanto pareva uno degli argomenti che più li accomunava, dietro di loro venivano Aragorn e Faramir, il Re di Gondor aveva cercato più volte di intavolare una conversazione con il suo amico, ma Faramir sembrava poco propenso a chiacchierare.
Faramir amico mio, c’è qualcosa che turba i tuoi pensieri e non è solo questa nuova minaccia che incombe sulle mostre teste!”
Faramir non rispose per un lungo momento, poi volse il capo verso il suo Re.
“La tua vista è intensa come sempre, ma sono cose che per ora preferisco tener chiuse nei miei pensieri e mi scuso se non sono di buona compagnia.” Chinò leggermente il capo, come a sottolineare le proprie scuse, poi tornò a guardare Anemoee e Éomer e riprese a parlare. “Non pare anche a te che essi vadano molto d’accordo??”
“In effetti, sembrano avere molto di cui parlare, di cavalli soprattutto!” concordò Aragorn.
“E’ una buona cosa, potrebbe portare ad una unione che consoliderebbe il già stretto rapporto che vi è fra Rohan e Gondor.” Faramir parlò sempre fissando i due davanti a loro.
Aragorn osservò a lungo il volto severo di Faramir prima di rispondere, gli parve di intuire qualcosa in quello sguardo, qualcosa di cui probabilmente nemmeno Faramir stesso si era ancora reso conto.
“Il legame tra Gondor e Rohan è saldo come la roccia sui cui sorge Minas Tirish, ma qualsiasi cosa Anemoee dovesse decidere per sé stessa, io non metterò parola.” In quel momento Anemoee si girò verso di loro, come se avesse intuito che stessero parlando di lei, lanciò un occhiata al fratello, poi a Faramir, che fu più rapida, ma più intensa, Aragorn colse bene la differenza, non Faramir, che vedendola girarsi aveva distolto lo sguardo.
Sarà un lungo viaggio, pensò tra sé Re Elessar, e qualcosa sta muovendosi all’interno della compagnia, speriamo che sia qualcosa di buono.
Il viaggio di ritorno a Rohan fu lungo, ma assai più veloce dell’andata, i cuori di tutti erano trepidanti dal desiderio di tornare alle proprie dimore e avevano affrettato il passo, non trovarono ostacoli ne altri segni del passaggio di qualche banda distruttrice.
Si riposarono una notte a Rohan, ospiti di Re Éomer, Anemoee ricevette i vestiti promessi dal Re, calzoni di lana e casacche calde, della sua misura, la sera durante la cena era stato deciso un codice da inserire nei messaggi che solo Éomer, Faramir Aragorn, Anemoee, Legolas e Gimli conoscevano, era una mescolanza delle loro varie lingue, in questo modo non si sarebbe ripetuto l’inganno in cui erano caduti e che a questo punto, appariva a tutti più come tentativo di saggiare le difesa private di Aragorn, che un vero e proprio tentativo di attirarlo in una trappola mortale.
Ricevettero inoltre un'altra notizia, sette giorni dopo la loro partenza da Edoras, erano lì giunte quattro strane donne, che cercavano Anemoee; chi le aveva ricevute non conoscendone le intenzioni le aveva dirette verso Gondor, nella direzione opposta a quella presa da Re Éomer e il suo gruppo.

“Sono infine giunte!” disse semplicemente Anemoee, “Bene, così una volta a Gondor, la faccenda verrà conclusa.” Il volto era una maschera dura come pietra composta da decisione e fermezza.
Aragorn e Faramir, gli unici che sapessero cosa significava, non proferirono parola, non che non avessero nulla da dire al riguardo, ma entrambi sapevano che quello non era il luogo, né il momento adatto per parlarne, c’erano ancora parecchi giorni di viaggio che li separavano da Minas Tirish, ci sarebbe stato tempo per discuterne.

lunedì 12 maggio 2008

28 - Embaras il Rosso
























La mattina dopo si radunarono alla spicciolata di nuovo nel Salone del Fuoco, ognuno di loro portava i segni di un sonno inquieto, nonostante lì fossero al sicuro e l’ambiente rasserenasse anche gli animi più preoccupati, quella notte anche Elrond era preso da cupi pensieri e questo aveva influenzato la magia di Gran Burrone.
Fecero colazione in silenzio, ancora una volta il padrone di casa era assente, ma presto li raggiunse, lo sguardo greve.
“Signori e signora” aggiunse facendo un lieve cenno con la testa verso Anemoee, “Ho notizie da comunicarvi, non troppo buone temo, Embaras, questo nome, mi ricordava qualcosa, lo avevo già sentito, mi ci è voluto un po' di tempo per ricordare chi me lo avesse pronunciato. Fu Gandalf a farlo, parecchi anni addietro, discorrendo di varie cose, mi raccontò di questo apprendista del suo ordine, di nome Embaras appunto che seguiva Runarch il Rosso, un uomo saggio e forse un po' ingenuo, stando a Gandalf, perchè non si accorse della reale personalità del suo apprendista. Un giorno, Runarch scoprì Embaras, fare strani esperimenti in uno dei sotteranei della Torre di Orthanc, esperimenti non permessi, Runarch cercò di catturare Embaras per portarlo davanti al consiglio della Torre, davanti a Saruman, ancora non plagiato dal Palantir e da Saruman, dove sicuramente sarebbe stato espulso dall'ordine, probabilmente incarcerato a vita, perchè anche se non aveva completato l'addestramento, era pur sempre forte e pericoloso." Elrond fece una pausa, guardando ognuno di quelli che aveva di fronte, serio e preoccupato, poi continuò.
"Ma Runarch non aveva idea di quanto fosse diventato forte Embaras, quanto fosse in realtà malvagio, l'apprendista uccise il maestro e fuggì dalla Torre, per andare in un'altra torre, ben più oscura, la Torre di Barad-dur, lì divenne un luogotenente di Sauron, qualcuno che alcuni di voi hanno già incontrato. Ricordate, Aragorn,
Éomer, Legolas e Gimli, chi vi accolse davanti al Nero Cancello?? Ricordate chi si fece portavoce di Sauron portandovi alcune cose degli Hobbit che dovevano distruggere l'Anello?"
"La Bocca di Sauron??" chiese Aragorn stupefatto. "Mi stai dicendo che la Bocca di Sauron è sopravvissuto alla distruzione del suo padrone e che ora ce lo ritroviamo davanti?"
"Purtroppo è quello che ti sto dicendo." disse pacato Elrond.
“Purtroppo non sappiamo altro di lui, oltre al suo passato, ma evidentemente era riuscito ad avere un posto importante di fronte a Sauron se ora sta riuscendo a radunare gli eserciti neri dispersi. Non sappiamo dove si stanno radunando, dove hanno il loro capoluogo.”
“Non preoccuparti troveremo altro modi per raccogliere informazioni.” Disse Aragorn alzandosi da tavola. “Ora vorrei rimettermi in viaggio, sento il bisogno di tornare a Minas Tirish il più in fretta possibile!! Ciò che ci hai appena detto, non ha fatto che accrescere la nostra urgenza.”
“Lo stesso vale per me!” aggiunse Éomer; “Partiamo subito!!”
Non indugiarono oltre, si alzarono e si diressero tutti verso i cavalli, che erano già pronti e sellati, ovviamente Tenebra a parte, ma che Anemoee sellò in pochi minuti.
Erano già tutti a cavallo, pronti a partire quando Elrond si avvicinò a Anemoee, le posò lieve una mano su di una gamba, mentre Tenebra scalpitava nervoso.
“Ero legato da un profondo affetto a Anear…” le disse piano, “Davvero!”
Anemoee si limitò a fare un cenno di assenso con la testa, infine partirono al galoppo, senza più voltarsi indietro impazienti di tornare ognuno alla propria casa, sapendo che una nuova minaccia grava sulle loro teste!!

domenica 11 maggio 2008

27 - Notte tranquilla.

La cena fu semplice, ma abbondante, mangiarono chiacchierando piacevolmente, ognuno di loro aveva messo da parte i pensieri tristi o preoccupanti, Elrond non presenziò, ancora impegnato nelle sue ricerche, i viaggiatori si radunarono nella Sala del Fuoco, per rilassarsi prima di ritirarsi per la notte.
Anemoee nonostante le varie preoccupazioni si sentiva euforica, aveva trovato ciò che cercava quando era partita, quella notte non sarebbe riuscita a chiudere occhio nonostante la stanchezza, così decise di fare una passeggiata per quello splendido paese, voleva anche ritrovare Tenebra, lasciato libero qualche ora prima; lasciò gli altri nel salone e uscì all'aperto, fischiò richiamando il cavallo, ma non lo vide da nessuna parte, si allontanò dagli edifici continuando ad emettere il suo richiamo, alla fine ricevette la risposta che cercava, Tenebra emise un nitrito in risposta alla sua chiamata, lo trovò in cima ad una collinetta, quasi invisibile nella notte, la criniera e la coda mossi dal lieve vento, sembrava intento a scrutare l'orizzonte.
"Che c'è bestione? Mi sembri inquieto!" domando al cavallo, mentre gli si avvicinava.
Il cavallo si voltò ad osservarla emettendo un lieve sbuffo di naso, in effetti egli era preoccupato, un po' perché si trovava a disagio nella terra degli elfi, come intuito da Éomer era un discendente della Stirpe Nera, inoltre che presto gravi pericoli avrebbero attraversato la sua strada e quella della sua compagna umana e la cosa lo preoccupava molto.
Si avvicinò ad Anemoee, appoggiandogli la fronte al petto, mentre lei le accarezzava la guancia, traevano forza e conforto uno dall'altra.
"Nessuno, che vi abbia visto in battaglia, crederebbe a quello che sto vedendo se glielo riferissi!" una voce nell'ombra che fece trasalire sia la donna che il cavallo, ma solo per un attimo.
"Faramir..." Anemoee continuò ad accarezzare il cavallo.
“Sembrate due innamorati!!” continuò l'uomo raggiungendoli.
“Se essere innamorati comporta un rapporto simile a quello che io ho con Tenebra, allora forse non è poi tanto male!!” Anemoee sorrise lievemente a Faramir.
“Non è male affatto, vedrai che prima o poi te ne accorgerai anche tu!!” rispese lui.
“No, ne dubito altamente, non fa per me!!” scosse la testa, mentre passava una mano tra le orecchie del cavallo, che non pareva avere la minima intenzione di allontanarsi dalla sua amica e soprattutto dalle sue coccole nonostante la presenza dell’intruso, che accettava di buon grado, solo perché lo accettava Anemoee.
Anemoee, ero venuto a cercarti anche per chiederti perdono per averti aggredita quando parlavi di Éowyn.”continuò Faramir dopo un breve silenzio.
“Non devi..” disse lei.
“Fammi finire quello che voglio dire è che tu che non la conoscevi nemmeno, l’hai difesa senza esitazione, mentre io che l’amavo…” non riuscì a continuare la frase.
“A volte credo che sia più semplice esprime opinioni più imparziali per chi non è coinvolto, non ti devi scusare di nulla, poi io non mi offendo molto facilmente!” disse lei con un sorriso.
Faramir la guardò in silenzio per un momento, poi con un gesto che sorprese entrambi, Faramir allungò la mano e accarezzò dolcemente la guancia di Anemoee.
“Sei una donna strana, davvero strana!” poi come se si fosse scottato la ritirò bruscamente, si girò senza dire più nulla e si allontanò a passo svelto.
Anemoee rimase a lungo a guardare nella direzione in cui Faramir era sparito.
Non riusciva a capire cosa fosse successo, non si era aspettata quel gesto e ora non riusciva a comprendere se quel brivido che aveva provato al tocca della mano di Faramir fosse stato di sorpresa o altro, non riusciva nemmeno a classificare questo altro, era decisamente confusa da quell’uomo e da se stessa, troppo emozioni, tutte in una volta a cui non era abituata.
Rimase ancora qualche tempo con Tenebra, poi lo lasciò libero di vagare e pascolare, e si andò a riposare anche lei.
Faramir dal canto suo quando lasciò Anemoee, non provò nemmeno ad andarsi a riposare, non subito almeno, non riusciva a smettere di pensare a ciò che aveva fatto, una piccola cosa per molti, ma per lui quella carezza era stata molto rivelatrice, quella donna stava facendo una specie di sortilegio su di lui, si era reso conto che da quando l’aveva conosciuta pensava di meno a Éowyn e questo lo fece infuriare ancora di più, i pensieri cupi che l’avevano perseguitato dalla morte di sua moglie, si erano diradati come nebbia al sole primaverile, gli era tornata la voglia di sorridere, ma non doveva, non poteva, nonostante quello che ne dicessero Éomer o Anemoee la colpa era sua e sua soltanto, loro non potevano capire.
Camminando si era trovato in mezzo ad un giardino, in quei luoghi chiunque si sentisse inquieto di solito non lo rimaneva mai a lungo, anche questa volta fu così, riuscì a ritrovare quel tanto di serenità che bastava per riposare a sua volta, quindi si diresse ai suoi alloggi, decidendo che alle sue preoccupazioni avrebbe pensato il giorno dopo.