mercoledì 14 maggio 2008

30 - Finalmente a casa


Il mattino dopo il loro arrivo la giornata si presentò fredda e uggiosa, nel cielo correvano nuvole cariche di pioggia, Éomer offrì loro alloggio ancora per qualche giorno, ma tutti parevano volersi muovere il più velocemente possibile anche se uno solo poteva veramente decidere e fu l’unico che parlò.
“Ti ringrazio, Éomer amico e fratello, ma devo tornare, non mi sento tranquillo. Qualcosa sta montando contro di noi, e non sarà semplice da combattere, preparati e prepara i tuoi uomini, presto ci sarà di nuovo la guerra!!” disse Aragorn all'offera di Éomer.
“Saremo pronti!” ribbatè il Re di Rohan, quindi si abbracciarono, la compagnia di Gondor infine partì.
Anche questo fu un viaggio tranquillo e rapido,intrapresero infatti la via più veloce quella che costeggiava a nord i Monti Bianchi, quella che avevano preso Gimli e Legolas e che aveva permesso loro di raggiungerli a Edoras prima che ripartissero per Gran Burrone.
Quando passarono vicino a Calenhad, Gimli guardò verso sud, lui e Legolas cavalcavano a fianco di Anemoee.
"All'andata voi, avere attraversato la porta di Erech, vero?" chiese il Nano all'Amazzone.
"Sì, quello stretto passaggio dove hanno tentato l'imboscata ad Aragorn." Confermò Anemoee.
"Brutti ricordi mi rammentano quelle colline! Una volta non era così il passaggio, quattro anni fa era completamente diverso! Ed è causa vergona per me!" aggiunse Gimli, piombando poi in un silenzio tetro.
Anemoee vedendo che il Nano non dava altre spiegazioni, guardò Legolas con fare interrogativo.
"La Porta di Erech, una volta era il Sentiero dei Morti, che durante la Guerra dell'Anello, quella che è stata ribattezzata in seguito la Grigia Compagnia, composta da noi due e ovviamente Aragorn e i suoi Dùnedain, lo ha attraversato, chiamando a i morti, ora che i morti non sono più in quei luoghi, perchè hanno assolto i loro compiti, il paesaggio è cambiato notevolmente, non esiste più la porta che porta sottoterra, non esiste più la galleria, ora tutto è aperto e tranquillo!" alla fine anche l'Elfo si fermo perso nei ricordi, lasciando Anemoee con più domande inespresse che risposte.
Dopo diversi giorni di viaggio Anemoee poté finalmente vedere per la prima volta in vita sua Le Bianche Torri di Minas Tirish, la città dei suoi padri, i segni della guerra si vedevano ancora, anche da lontano, ma c’erano parecchie persone che vi stavano lavorando.
“Ora la vedi ancora sottosopra, ma presto il lavoro sarà completato e risplenderà come un tempo.” Gimli, parlava orgoglio, era lui infatti colui che dirigeva i lavori di ricostruzione.
Di sicuro ora i cancelli splendevano al sole pallido che aveva accompagnato il loro ultimo giorno di viaggio, Anemoee fermò Tenebra, e rimase a rimirare per qualche minuto, quella che sarebbe divenuta la sua città, si sentiva emozionata, come non le capitava da molti anni, era quasi spaventata, anche se esternamente il suo sguardo era impassibile come sempre, ma i suoi compagni di viaggio non erano persone normali, potevano scrutare in profondità gli animi e quasi nulla rimaneva nascosto.
Aragorn si avvicinò alla sorella, gli posò una mano sulla spalla.
“Bentornata a casa sorellina!!”
Aragorn…”
“Dimmi…”
“Credo che sia meglio che la mia discendenza rimanga nascosta…”
Anemoee…” cercò di intervenire lui, ma lei lo interruppe alzando una mano.
“So cosa stai per dirmi, la mia discendenza non comporta solo onori, ma anche oneri. Ma prima di poterla dichiarare devo risolvere la questione con le Amazzoni. Se vincerò allora sarò pronta a prendere sulle spalle le mie responsabilità,ma fino ad allora non sono altro che Anemoee: Amazzone rinnegata.”
Aragorn!! Non poi permettere che combatta!!” Faramir intervenne deciso nella conversazione.
Faramir ha ragione.” Legolas diede man forte all’amico, aveva parlato molto durante il viaggio con la donna, aveva imparato a conoscerla ed apprezzarla, “A Edoras hanno detto che quattro Amazzoni la cercavano, quattro contro uno?? Sarebbe ingiusto!”
“Signori, di questo potremmo discutere una volta seduti nel Salone…”
“NON C’E’ NULLA DA DISCUTERE!!” intervenne dura Anemoee, tutti si girarono a guardarli, sorpresi, era la prima volta che parlava così duramente con loro, gli occhi neri erano taglienti come la lama che portava alla cinta, “Questa è una cosa che devo fare, non che voglio, ma che DEVO fare, altrimenti la vita vissuta fino ad ora sarebbe solamente una bugia e la futura una continua fuga. No! Che sia chiaro a tutti, ho promesso di combattere davanti a Sire Aragorn e manterrò la promessa fatta, se lui manterrà la sua!” per la prima volta i presenti videro anche nell’aspetto e nel portamento il sangue che scorreva nelle vene di Anemoee, la discendenza di Isildur, dei grandi Re si mostrava loro, fiera e gelida.
Anemoee li guardò ad uno ad uno, due Uomini, un Nano ed un Elfo che aveva imparato ad amare, e che per ognuno di loro avrebbe dato la vita, ma se voleva avere una nuova vita, sapeva che doveva concludere quella vecchia.
“Ho avuto modo di vedere che le donne nel vostro paese non vengono prese troppo in considerazione, ma non fatevi ingannare dal mio aspetto, io non sono una donzella d’arme!!” Pronunciando quelle parole il suo sguardo si fissò intensamente in quello grigio di Faramir. “ Io sono un’Amazzone, allevata per andare in battaglia, non combatto per amore della gloria, non aspiro a morire in una guerra per essere ricordata come un eroe, lo faccio perché necessario, ora ho solo cambiato paese e Re, ma la mia vita sarà quella di prima, sono un Guerriero e tale rimarrò! Devo concludere con la mia vecchia vita, per avere una possibilità nella nuova di servire degnamente il mio Re ed è ciò che farò!”
Stava eretta sul suo cavallo, la sua statura già molto alta per una donna, pareva essere aumentata e Tenebra sentendone il tono severo sbuffava battendo il piede a terra come per sottolineare le parole della sua padrona.
Per un po’ nessuno si mosse o fiatò, ma alla fine a rispondere fu l’unico che ne aveva veramente il diritto, la risposta fece sorprendere i componenti della compagnia ancora più delle dure parole di Anemoee.
“Perdonami sorella!” parlò infine Aragorn, “Stavo facendoti un profondo torto anche solo considerando l’idea di proporti di sottrarti alla sfida, in quanto a Minas Tirish saresti protetta. Se nella città troveremo le Amazzoni, allora le affronterai nella piazza dell’Albero Bianco, di fronte a me e al tuo futuro popolo!! Alla fine del duello, tutti sapranno chi sei!” disse in tono deciso, chinando il capo di fronte alla sorella e un altro aspetto della personalità dalle mille sfaccettature dell’Amazzone di presentò loro, dopo lo sfogo duro e accorato, un ampio sorriso si aprì sulle sue labbra.
“Sembri piuttosto sicuro di come andrà a finire questo duello!!” disse con voce dolce, che lasciava trasparire l’affetto per il fratello.
“Sei mia sorella!! Nessuno può batterti… a casa tua!”
“Ah sì?? Bene allora non credi sia giunta l’ora di mostrarmela questa casa!!”

1 commento:

Sean MacMalcom ha detto...

Grande momento!!! :D