domenica 4 maggio 2008

22 - Fumo a Ovest...

Il gruppo cavalcò veloce per tutta la giornata, incontrarono molte persone che li salutarono calorosamente riconoscendo il loro Re anche se in abiti dimessi, sembrava molto cambiata la vita rispetto a quattro anni prima, tutto sembrava tornato tranquillo, erano stati tempi duri, ma forse finalmente si poteva tirare il fiato e godersi le gioie che la vita sapeva dare.
A due giorni di viaggio da
Rohan però le loro speranze svanirono.
“Fumo! Ad Ovest!” gridò
Legolas, la cui vista insuperabile poteva vedere molto lontano, “Non di un fuoco, qualcosa brucia!”
“Là c’è
Eriand un villaggio di confine, contavo di passare là notte!” disse Éomer; “Dobbiamo far presto!”
“Al galoppo, più veloci che potete!” Ordinò
Aragorn e tutti gli undici cavalli che formavano il gruppo, balzarono in avanti quasi allo stesso tempo, anche se i più rapidi, Tenebra e quello di Re Éomer staccarono presto gli altri.
Arrivarono veloci in cima alla collina che impediva loro di vedere cosa accadeva al villaggio, e lassù si bloccarono inorriditi.
Il villaggio era completamente distrutto, la maggior parte delle capanne erano in fiamme, dappertutto vi erano corpi straziati di uomini, donne e bambini, neanche gli animali erano stati risparmiati, la visione di tutto ciò non erano nuove né per
Anemoee né per Éomer, ma era impossibile rimanere indifferenti di fronte a tanta crudeltà anche per dei guerrieri come loro.
Anemoee serrava con rabbia le mani attorno alle redini, lanciò un’occhiata a Éomer, era sbiancato in volto, la rabbia gli stravolgeva i lineamenti decisi, gli occhi lucidi incontrarono i suoi, Anemoee vi lesse una immensa sofferenza, come se portasse su di sé la colpa di quell’eccidio.
“Chiunque sia stato Sire, la pagherà!” disse piano, la voce tagliente come la lama del suo coltello elfico.
“Sì, la pagherà!” disse in risposta
Éomer in quel momento sopraggiunsero anche gli altri, tutti rimasero ad osservare con muto orrore ciò che si presentò ai loro occhi, un silenzio pesante cadde sul gruppo, quando ancora una volta fu Legolas a rompere il silenzio.
“Là un mannaro, con un cavaliere, si attarda sui morti…” l’essere immondo li aveva visti e se la stava dando a gambe, era parecchio lontano, ma una volta in movimento tutti lo videro chiaramente, davanti a lui c’era un lungo tratto pianeggiante.
“Sire, posso prenderlo…” iniziò
Anemoee.
“E’ troppo lontano!” la interruppe
Faramir, "Legolas lo può uccidete con una freccia!"
“Posso farcela, se lo prendiamo vivo, potremmo fargli qualche domanda, datemi l’ordine Sire e lo porterò ai tuoi piedi, che ci metta pochi attimi o giorni interi!” la voce era sprezzante piena di rabbia, gli occhi fissi sulla preda.
Aragorn impiegò solo un attimo per decidere.
“Va e portalo qui…” disse infine,
Anemoee aveva ragione, vivo avrebbe potuto dargli qualche risposta!
“Sì Mio Signore!” rispose la donna.
Anemoee, lo voglio vivo!” sottolineò il Re.
“Respirerà…” affermò
Anemoee, le bastò sfiorare i fianchi di Tenebra perché questi scattasse in avanti, pronto alla corsa come non mai, Anemoee gli sussurrò alcune parole vicino alle orecchie, si sollevò leggermente e si sporse in avanti sul collo di Tenebra, portando il peso in avanti, in questa maniera diventava praticamente inesistente per il cavallo, che poteva distendersi liberamente e tirare fuori a pieno tutta la sua potenza e la sua velocità, si lanciò senza esitazione giù per il pendio.
“Non ce la farà mai. Ma accidenti!! Quel cavallo va come il vento!” disse
Faramir, preoccupato più che altro che potesse essere una trappola e che Anemoee ci sarebbe finita a capofitto e alla velocità del vento!!
“Già corre quasi come
Ombromanto!” intervenne Gimli, da dietro Legolas.
“Probabilmente di più!” disse
Éomer, “Ho avuto tempo di osservarlo, quel cavallo è della stirpe di Ombromanto, è uno dei Meares; ora ne sono più che sicuro, ma del ramo Nero, quello che fu portato via da Sauron, quel cavallo ha un demone in corpo, demone che ha donato la sua vita ad Anemoee, e ora alimentato dalla sua rabbia e dalla sua sete di vendetta, lo fa correre come nessun altro cavallo su questa terra potrebbe, lo prenderà statene certi!”
Infatti
Anemoee e Tenebra, avevano già recuperato parecchio terreno, l’Amazzone aveva estratto la sua spada, che spiccava nel verde della pianura, nera come la notte, pronta a mietere la sua vittima, il grido della donna giunse fino a loro, feroce e selvaggio, anche il Goblin che cavalcava il mannaro, lo sentì e vedendosi braccato decise di affrontare l’avversario; fece girare la sua cavalcatura, con l’ascia in mano andò incontro al suo inseguitore.
“Non ucciderlo
Anemoee!” disse piano Aragorn e come se lo avesse sentito Anemoee abbassò la lama, che invece di colpire il cavaliere colpì il mannaro che stramazzò al suolo, con la gola recisa, il Goblin fu catapultato in avanti, Tenebra si arrestò e girò su se stesso con estrema velocità.
“Meglio muoverci anche noi!” ordinò
Aragorn, partendo anch’egli al galoppo giù per il pendio seguito da tutti gli altri, videro il Goblin rialzarsi di nuovo in piedi e con la sua spada cercava di colpire Tenebra che gli girava attorno, sbuffando e scalpitando.
Anemoee dal canto suo sapeva che bastava il suo cavallo per tenere buono quell’essere schifoso, quando però vide che gli altri stavano per raggiungerla decise che era il caso di renderlo inoffensivo, non voleva certo far corre rischi al suo Re e ai suoi compagni di viaggio.
Scese da cavallo ancora con la spada sguainata, estrasse anche il pugnale.
“Bene, ora se ti preme la vita, butterei via quella spada e chiederei pietà!”
Argg…” ringhiò il Goblin, “Non mi fai paura femmina!!”
“Femmina??”
Anemoee fece un ghigno che non apparve troppo rassicurante al Goblin; non aggiunse altro, ma con un affondo rapido, incrociò la sua spada ancora sporca di sangue del mannaro, con quella lorda del sangue di quegli innocenti, Anemoee dovette forzare molto la sua volontà, per non ucciderlo su due piedi, nonostante esprimesse con forza il suo disprezzo per i sentimenti, il dolore per la morte di tante persone innocenti non la lasciava di certo indifferente.
Lo disarmò, poi con un calcio allo stomaco lo fece stramazzare al suolo, tolse una corda dalla sua sella e lo legò velocemente.
“Sei sfortunato… il mio Re ti vuole vivo!!” gli ringhiò vicino all'orecchio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi Tenebra discende dal buon Ombromanto... e ha un demone in corpo. Ora si spiega come fa ad essere così eccelso!

Anemoee ha detto...

bhe, io le cose le faccio in grande... o niente!!! ^_____________________^

Sean MacMalcom ha detto...

:D

Povera Anemoee... costretta a non uccidere! :))