lunedì 26 maggio 2008

37 - Prepararsi per la Caccia

Anemoee si svegliò di soprassalto.
“Chi è?” chiese ormai perfettamente sveglia, si alzò dal letto per andare ad aprire le imposte, ma un lieve capogiro la fece risedere.
“Sono Faramir, volevo sapere della tua ferita… “
“Entra!” la porta si aprì e l’uomo entrò nella stanza, era vestito con abiti eleganti che recavano i simboli del suo Re, la vide seduta sul letto, un po' pallida, sotto l'abbronzatura, imputò quel pallore alla somma di emozioni che dovevano passare per la sua mente, oltre per il sangue perso il giorno prima.
Aveva il capelli scarmigliati per il sonno appena concluso, Faramir provò un moto di tenerezza per quella donna così forte e dura.
“Come ti senti?”le chiese avvicinandosi a lei e sedendosi sul letto accanto a lei, voleva controllarle le bende, avrebbe messo sui punti un unguento che avrebbe ammorbidito la ferita, sperando che i movimenti di Anemoee nel combattimento non la aprissero nuovamente.
La ferita era a posto, ma senti la pelle della donna leggermente calda.
“Bene, credo…” disse lei un po' incerta.
“Credo?? Che vuoi dire?? Non mi pare che si sia infettata?? Ma forse ai un po' di febbre, mi sembri calda..."disse preoccupato mentre le portava una mano alla fronte, in affetti anche lì trovò un innaturale calore.
“No, fisicamente sto bene, sono solo un po' frastornata, ma non appena sentirò l'aria frizzante del mattino, andrà tutto a posto vedrai!! ” disse nonostante non si sentisse affatto bene; ma per Faramir era chiaro che qualcosa la turbava.
“Cosa ti turba??” chiese lui dolcemente, “Non avere timore, poi parlare con me…” le disse scostandole una ciocca dal viso.
“Ho fatto uno strano sogno, ieri pomeriggio, in effetti non mi era sembrato nemmeno di addormentarmi, eppure ho visto strane cose…!” Anemoee decise di parlare del sogno, per distrarre Faramir dalle sue reali condizioni fisiche tutt'altro che ottime.
Il volto di Faramir divenne improvvisamente greve, capì immediatamente di cosa stesse parlando Anemoee.
“Dimmi cosa hai visto!” le chiese serio.
Anemoee notò che Faramir le aveva chiesto cosa avesse visto e non cosa avesse sognato, voleva chiedergli cosa ne pensasse, ma la sua espressione seria la fece trattenere, gli raccontò ciò che aveva visto, vide la sua espressione addolcirsi, quando parlò di loro, un lieve sorriso parve sul quel volto severo, ma fu solo un attimo, perché poi Anemoee parlò della nube rossa, e allora la preoccupazione offuscò la dolcezza.
“Capisco!” disse piano.
“Che vuol dire?? Che significa tutto ciò?? Perchè prendi così seriamente un semplice sogno?" gli chiese.
“Significa, che il Dono della Preveggenza, caratteristica della nostra razza, si è svegliato anche in te, tu hai visto il nostro futuro, o come potrebbe esserlo, ma su di esso incombe la nube rossa, un mortale pericolo e non mi viene in mente altro che Embaras il Rosso.”
Anemoee rimase in silenzio a soppesare le sue parole, poi quando parlò di nuovo anche la sua voce era greve.
“Una grande guerra incombe nuovamente su di voi, forse il mio compito, sarà quella di evitarla o di combatterla, come uno di voi…”
“Non parlare così, tu sei già una di noi! Tu sei la nostra Principessa, tu sei noi!!” la fece alzare in piedi, “E per me sei già molto di più, ma prima hai un combattimento da vincere.”
“Lo vincerò!” disse Anemoee con una sicurezza tale che, se in quel momento Elianor l’avesse vista, sarebbe scappata a gambe levate.
Faramir le prese il viso tra le mani.
“Non aver paura!” le disse piano.
“Non ho paura di affrontare quelle tre!” disse lei quasi offesa.
“Non intendevo di loro, ma di questo!” e la baciò, ma non come aveva fatto il giorno prima, con la dolcezza di una farfalla, questa volta la baciò con passione, con impeto e irruenza, perché era lui che ora aveva paura, paura di perdere quella donna stupenda che aveva appena trovato, che gli era entrata nel cuore e nell’anima quasi senza volerlo, aveva la stessa capacità di suo fratello di farsi amare, praticamente dal primo incontro.
Anemoee rimase immobile ad assaporare ciò che Faramir le stava donando, perché sorpresa da tutto ciò, da ciò che le stava esplodendo dentro, una mare in burrasca di sensazioni che si accavallavano e anche perché non aveva idea di come fare per rispondere a quel bacio, si sentiva inadeguata, ma solo per un attimo, perché Faramir la faceva sentire bene, tanto da non farle più pensare a quella sensazione di capogiro che non l'aveva abbandonata da quando si era svegliata.
Furono però interrotti dalla bussare alla porta.
“Chi è?” chiese Anemoee non appena riuscì a riprendere fiato.
“Mia Signora le ho portato l’abito!” era la sarta, Sermiana.
Anemoee andò alla porta e la aprì solo di pochi centimetri, la donna le porse il suo abito di cuoio, rimase un attimo sulla porta, avrebbe tanto voluto aiutarla ad indossarlo, ma non si arrischiava a chiedere nulla, non le sembrava un tipo molto disponibile quella strana donna; infatti Anemoee senza troppe cerimonie o ringraziamenti prese l’abito e richiuse la porta, non sapeva perché ma non voleva che nessuno sapesse che Faramir era lì con lei, o forse lo sapeva, per ora voleva che ci fosse una sorta di complicità solo tra loro due.
Anemoee si girò verso di lui facendogli vedere quello che aveva in mano, poi lo guardò lei stessa sbalordita.
Nel punto in cui il suo vestito si apriva lasciando scoperta una buona porzione di pancia, era stata cucita una pezza di velluto nero, verso l’interno, poi lungo i bordi del cuoio era stato creato con fili di un materiale incredibilmente lucente, un albero sovrastato da sette stelle e una corono, le stelle erano delle piccole gemme che brillavano incredibilmente, inoltre tra i seni era stata incastonata una gemma azzurra piuttosto grande, di una bellezza estrema.
Anemoee rimase ad osservare a lungo il lavoro, incredula.
“Avete una sarta fantastica…” commento piano Anemoee
“Sì, è molto brava, ma questo lavoro non è stato fatto dalle sue mani…” disse Faramir esaminando meglio il ricamo, “Questo è stato sicuramente ricamato da Dama Arwen, poi starne certa! Quel metallo lucente è sicuramente mithril, un metallo molto più prezioso dell'oro.”
“Mi prendi giro?!” chiese Anemoee incredula.
“No di certo…”
Senza esitazioni Anemoee si tolse la camicia con cui aveva dormito e si infilò l’abito, sotto gli occhi increduli di Faramir anche se ormai pareva diventare una abitudine quella di vedere quella donna sempre molto, molto svestita!!
Abitudine a cui ancora faticava ad adattarsi, tanto che un groppo gli si formo in gola, vedendo quel corpo snello e muscoloso, che si muoveva davanti a lui.
“Come sta??” chiese lei una volta rivestita.
Ad ogni movimento di Anemoee, l’albero di mithril, che non era fermato contro lo sfondo nero, serbava muoversi al vento, l’effetto era davvero incredibile.
“Ti sta benissimo!” disse con voce leggermente roca Faramir.
Anemoee finì velocemente di prepararsi sotto i suoi occhi attenti alla fine gli consegnò l’arco e la faretra contenete le frecce.
“Questo è uno degli oggetti che costudirai per me, oltre a Tenebra, che ora andiamo a prendere. A proposito fa attenzione durante il combattimento potrebbe cercare di liberarsi per venire in mio aiuto.”
Faramir si concesse un lieve sorriso, visto che Anemoee in quel momento le dava le spalle, lui e Aragorn contavano proprio su quello, infatti la sera prima quando l’aveva lasciata nella sua stanza aveva seguito Legolas dal loro Re, il quale nonostante volesse cercare di mantenere la parola data alla sorella, non aveva nessuna intenzione di rischiare di perderla, quindi avevano raggiunto la decisone che se Faramir si fosse reso conto che si trovava in difficoltà avrebbe dovuto far finta di perdere il controllo di Tenebra e lasciarlo andare, tutti era convinti che lui avrebbe fatto il resto senza deluderli.
“Farò del mio meglio.” le assicurò lui.
Guardandolo nuovamente, Anemoee annuì, poi si bloccò un attimo, perchè si rese conto di avere la vista leggermente annebbiata, era come se una lieve foschia si fosse sparsa nella stanza, scosse la testa stringendo gli occhi, per scacciarla, stranamente ci riuscì, ma la cosa la preoccupò non poco.
Faramir non si era accorto di nulla perchè era andato a prendere la spada di Anemoee e ora gliela stava porgendo, lei la prese e legò la cinta , sistemò anche il pugnale e alla fine si coprì con il suo mantello nero.
“E’ ora di andare!” Si diresse decisa verso la porta, senza più guardare l’uomo che lentamente le stava entrando nel sangue, con la testa ormai proiettata unicamente verso il combattimento che l’attendeva, cercando di riportare alla mente i punti deboli di ognuna delle sue avversarie, le aveva già affrontate e prese una per una, non le facevano la minima paura, ma così, tutte assieme, sicuramente pronte a qualsiasi trucco pur di farla fuori erano una questione un po' diversa.
Trucco che ora incominciava a capire aveva già messo in atto, la freccia che l'aveva colpita il giorno prima doveva essere avvelenata, era probabile che Elianor avesse usato l'essenza di rochina, un'erba che se bollita a lungo produceva una specie di gelatina, che veniva assorbita dal sangue e dopo alcune ore provocava giramento di testa, febbre, perdita di forza e stabilità, non era mortale in se, ma se somministrata prima di un combattimento, lo diventava praticamente di sicuro.
Ancora una volta Anemoee aveva commesso un errore, avrebbe dovuto pensarci e non lo aveva fatto, troppo impegnata a dipanare la matasse ingarbugliata che erano diventati i suoi sentimenti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che infami!!

Speriamo comunque non serva l'intervento di Tenebra, il suo orgoglio ne risulterebbe annientato

Sean MacMalcom ha detto...

Il momento topico sta per giungere!!!

Anonimo ha detto...

Menale!!!