martedì 20 maggio 2008

34 - Vagando per la città

La mattina dopo, quando Anemoee si stava vestendo per andare a fare colazione sentì bussare alla porta della sua camera, incuriosita andò ad aprire e si trovò davanti ad una donna mai veduta prima, la guardò un attimo con sorpresa, poi chiese cosa desiderasse.
“Re Elessar mi manda a chiedere quale sarà il vestito che indosserete per la Caccia e se me lo potete dare per l’intera giornata di oggi.”rispose compita la donna.
“Perché dovrei farlo?” chiese Anemoee sempre più incuriosita.
“Perché è il Re che lo chiede, io sono Sermiana la sarta di Sua Signoria, egli vorrebbe farvi una sorpresa.” la donna questa volta rispose un po' più bruscamente, chiedendosi che fosse quella donna per discutere gli ordini del Re.
“Ah… va bene, lo vado a prendere, ma bada domani mi servirà prima dell’alba!” si raccomando l'Amazzone.
“E prima dell’alba lo avrete!” garantì Sermiana.
Anemoee annuì e rientrò nella camera andando a prendere il suo abito di cuoio da Amazzone, avrebbe usato quello nella Caccia, come era giusto che fosse, la donna lo prese, fece un lieve inchino e senza fiatare si allontanò, ma quando sentì la porta richiudersi, prese il vestito per le esili spalline e se lo stese davanti guardandolo insoddisfatta e dubbiosa.
“ ‘Sermiana, so che sei la migliore sarta di Minas Tirish’ ha detto il Mio Signore, e io non ho potuto certo dire qualcosa di contrario, ‘Abbiamo un ospite che domani dovrà affrontare una prova molto impegnativa e vorrei farle una sorpresa, vorrei che tu andassi da lei e che ti facessi dare l’abito con cui ha intenzione di battersi nella Caccia, e vorrei che gli ricamassi sopra l’albero bianco con le stelle e la corona, come nel mio stendardo!’ e io che potevo dire se non che sarebbe stato fatto?? Se non che tutto quello che ordinava era un ordine? Ma come posso fare?? Dove lo posso ricamare l’Albero Bianco in questo misero pezzetto di cuoio??” Sermiana era talmente impegnata ad esaminarlo, che non si accorse di avere una osservatrice alle sue spalle.
“Che c’è Sermiana??” chiese Dama Arwen.
La donna si voltò di scatto quasi spaventata.
“Mia Signora!!!” disse lei in tono come di scusa, sicura che ella avesse sentito le sue lagne. “Sapete anche voi cosa mi chiese Sire Elessar stamane, ma come posso fare ciò che mi chiede su questo?” mostrò quindi l’abito di cuoio a Dama Arwen, che sorrise lievemente.
“Vieni con me Sermiana, vedrai che insieme troveremo una soluzione.” E si allontanò lungo il corridoi seguita dalla donna che ora si sentiva più tranquilla, perché era sicura che con Dama Arwen che l’aiutava avrebbe trovato la soluzione giusta per accontentare il suo Re.
Anemoee dal cantò suo, quando la sarta se ne fu andata, finì di vestirsi, poi con il suo mantello nero indosso, iniziò a vagare per la città da sola, l'idea della colazione le era passata, non se la sentiva oggi di incontrare gli altri, doveva stare sola perché aveva tanto a cui pensare e le rimaneva poco tempo per farlo, l’indomani la sua vita avrebbe avuto una svolta decisiva, o sarebbe stata una nuova e libera, o sarebbe finita là sulla piazza dell'Albero Bianco. Certo non era la prima volta che rischiava di morire e come per altre volte doveva affrontalo, non c’erano altre possibilità, ma ora da sola doveva affrontare la paura che le attanagliava il cuore, la paura di non riuscire a superare la prova, perciò di deludere tutti quelli che credevano in lei, perché molta della sua forza di volontà stava proprio in questa paura, non voleva che le persone a cui voleva bene, potessero rimanere deluse dal suo comportamento. Non voleva morire, ma non temeva la morte, temeva di più giudizio dei suoi amici, sì perché ora ne aveva parecchi di amici, nonostante andasse spesso ripetendo che non le interessava affatto ciò che la gente potesse dire su di lei, in realtà ascoltava sempre attentamente ciò che dicevano le persone di cui le importava.
Girovagando per la città si ritrovò in una specie di terrazza abbastanza in alto, rispetto ai cancelli, anche se non proprio nel punto più alto, avrebbe voluto visitare la Piazza dell’Albero Bianco, ma non era stata lasciata passare dalle guardie vestite di nero e argento che stavano di guardia alla Cittadella, da lì poteva vedere comunque gran parte della vallata che si estendeva davanti alla Torre Bianca, il suo sguardo arrivò fino ad Osgiliath ancora in rovina, ma poteva vedere del movimento tra le sue macerie, era chiaro che Aragorn aveva tutte le intenzioni di ricostruirla a nuovo. Non sapeva perchè, ma ne fu irresistibilmente attratta, velocemente avvolta nel suo mantello con il cappuccio calato sulla testa uscì dalla città e percorse la breve distanza che la separava dalla città in rovina, non rendendosi conto che nella radura era decisamente ben visibile dalle mura della città e che occhi malevoli la stavano guardando di nascosto.
Si aggirò a lungo per le strade piene di rovine, guardando con riverenza quelle mura spezzate, e salutando le persone che vi lavoravano, poi lo sguardo cadde al di là della città, fino a Monti dell’Ombra, pensò alla guerra che questi Uomini avevano dovuto affrontare e fu felice di far parte della loro razza, una razza coraggiosa e piena di risorse comandata da un Uomo eccezionale.
Ad un ceto punto un certo senso di fame le fece capire che si stava facendo tardi, guardò il sole, il mezzodì doveva essere passato da parecchio, tornò quindi sui suoi passi decisa a procurarsi un po’ di cibo in qualche taverna.

2 commenti:

Sean MacMalcom ha detto...

Fremo per l'attesa del combattimento! :D

Anonimo ha detto...

O chi sarà che la scruta con aria cattiva? :o

Un'amazzone? Un orchetto? Un servo del rosso?